Questione di attimi
Dai 100 metri alla Cagnotto: quando perdi e non sai perché
Tania Cagnotto perde l’oro per 10 centesimi. Decide la giuria, votano in 7, i punteggi più alto e più basso vengono eliminati: come dire che la He Zi ha vinto grazie a 2 centesimi in più al tuffo. Il sogno, inseguito in 15 anni di carriera, sfugge per quell’inezia, come una finale persa ai rigori a oltranza: viene in mente il penalty sbagliato da Collovati (era il 17°) in Italia-Cecoslovacchia, azzurri terzi agli Europei dell’80, in casa. Il pensiero va anche alla partita più lunga nella storia del tennis: tre anni fa a Wimbledon, Isner battè Mahutt 70-68 al quinto set, dopo 11 ore. E solo un errore degli arbitri omaggiò il secondo scudetto di volley a Macerata, un anno fa, in un tiebreak ai vantaggi con Trento che, diversamente, sarebbe durato di più del 22-20 finale. Vero, dieci centesimi in piscina sono una differenza espressa dai giurati, come si fa a paragonarli a un distacco cronometrico, misurabile? Ci proviamo, perché c’è affinità emozionale e intellettuale, è come se Tania si fosse piazzata seconda sui 100 metri per un millesimo, ovvero per 6 centimetri. Ecco, sotto quel distacco davvero minimo ci sarebbero gli estremi per l’ex aequo. Nell’atletica e nel nuoto la doppia medaglia non è così rara, ma in tanti sport un vincitore dev’esserci per forza. "Io arrotonderei - esclama il professor Carlo Vittori, maestro di Pietro Mennea - e anche a Tania avrei dato l’oro". Per qualche decimo di secondo, nell’89 Livorno ha perso la finale scudetto di basket contro Milano: il canestro di Forti partì a tempo scaduto. Nel 2006, invece, l’allevatore di serpenti Ruben Douglas regalò il secondo titolo alla Fortitudo grazie all’instant replay. Perdere di 10 centesimi nei tuffi è come finire secondi per 10,2 centimetri in una volata di ciclismo, al fotofinish. O come un millesimo nei motori, di mezzo metro sul traguardo ai 300 km orari. Ieri la Cagnotto ha incollato alla tv gli italiani, come se uno slalom parallelo di sci fosse stato decrittato all’ennesimo replay. Quanti hanno pianto, per lei, per un argento che passerà alla storia più di un oro? di Vanni Zagnoli