Intervista a libero

Bortolozzi: "Ho preso il DHEA ma solo per prevenire le malattie dell’età avanzata"

Eliana Giusto

Vedersi etichettato come dopato, questo proprio non lo sopporta. Eppure per la Federazione di atletica è così. Giorgio Maria Bortolozzi, 79 anni, pluricampione italiano, europeo, mondiale di salto triplo over 75, è risultato positivo a un controllo delle urine di fine febbraio. Si è giocato così i campionati italiani master indoor di Ancona e ha visto intaccata una reputazione costruita in decenni da primario ginecologo, mineralista, atleta, le tre grandi passioni della sua vita. Bortolozzi finora ha ingoiato tutto in silenzio: le ironie, i titoli di giornali, gli accostamenti a Lance Armstrong e Ben Johnson, l’accusa di volere una spasmodica ricerca della vittoria, anche a costo di rischiare la salute. "Anche voi di Libero mi avete definito un arzillo vecchietto dopato" dice al primo approccio, in tono più di rimprovero che di rabbia. Bortolozzi ora ha deciso di reagire e raccontare, per la prima volta, la sua verità. Non tanto per difendere le medaglie (ne ha vinte parecchie, da over 75 due titoli mondiali e uno europeo nel salto triplo e un titolo mondiale nel salto in lungo) quanto per una questione medico-scientifica, sostiene. La Procura anti doping lo ha sospeso dall’attività agonistica, lui mercoledì scorso si è anche presentato a Roma per fornire la sua versione. “Mi ha accolto un impiegato - dice - che non sapeva neanche il mio nome e cognome. Ho compilato due paginette di verbale, sembrava di essere dai Carabinieri per la denuncia di un furto”. Cosa avrebbe voluto dire a chi l’ha sospesa dall’attività? “Che non sono io il dopato, e che è sbagliato proibire una sostanza che agli anziani fa bene, eccome”. Quale sostanza? “Il DHEA. Lo comunicai già nel 2002 e non mi accusarono di nulla”. Mi spiega cos’è? “DHEA, o deidroepiandrosterone: è un ormone steroideo endogeno, cioè prodotto dal corpo umano. Serve all’organismo per generare gli ormoni sessuali, sia nell’uomo che nella donna. Ma con il passare degli anni la produzione naturale cala”. Per la Federazione è doping. “Alla fine del 2002 hanno deciso che qualsiasi sostanza ormonale, se esogena, cioè inserita nel corpo dall’esterno, dovesse essere vietata. Ma io non lo sapevo”. Un atleta non legge l’elenco delle sostanze proibite? “Avevo quello risalente al 1991, che non vietava il DHEA nonostante fosse già molto conosciuto. Ma il problema è un altro: non c’è motivo di considerarlo doping, se assunto in quantità fisiologica fa bene”. Addirittura? “C’è una abbondante letteratura scientifica a riguardo, basta informarsi. Il DHEA è considerato dai gerontologi una terapia anti-invecchiamento”. Vado diretto: lo prende a scopo sessuale? “Hanno scritto che è come il viagra ma non è così. Il viagra è un vasodilatatore, il DHEA mantiene dei buoni livelli ormonali nel corso degli anni. Insomma mantiene vivo il desiderio”. Funziona? “Sicuramente aiuta. Sa quanti anziani dopo gli 80 anni fanno sesso? Il 20%, secondo le statistiche. In compenso il 30% dei cinquantenni senza il viagra non ce la fa”. Questione delicata. “Chieda a Berlusconi, mio coetaneo, se le terapie anti-invecchiamento non sono importanti per mantenersi attivo da ogni punto di vista”. Bortolozzi, torniamo al punto: cosa risponde a chi le dà del dopato? “Chi lo sostiene ignora del tutto cosa sia il doping vero. Lo sa che tra le sostanze vietate ci sono medicine salvavita e farmaci utilizzati per curare tumori maligni?” Addirittura? “Prenda il Tamoxifene. Negli anni ’80 hanno fatto uno studio internazionale su donne sane per vedere se l’assunzione di questo ormone riduceva il rischio di sviluppare il tumore della mammella. Se a questo studio avesse partecipato una donna che pratica atletica a livello master, l’avrebbero considerata dopata. Si rende conto? In realtà questa donna sta cercando di prevenire una grave malattia. Lo stesso vale per insulina, betabloccanti e altri farmaci per il controllo di varie patologie cardiovascolari, dei quali necessitano vari atleti avanti con l’età. D’altronde, la stessa vecchiaia è una malattia”. Detta così suona brutale. “E’ un assioma. La vecchiaia è una malattia per principio, gli organi si ammalano, si ingrossa la prostata, sale la glicemia, i vasi sanguigni si ostruiscono”. Mi spieghi bene a cosa serve il DHEA. “Il calo di produzione di questo ormone dopo una certa età porta a un aumento dell’incidenza di varie patologie: infarto, arteriosclerosi, diabete, osteoporosi, deficit cognitivo e immunitario, tumori della prostata e della mammella”. Lei dunque lo prende per prevenire tutto questo. “Sì. La prostata non è andata incontro ad alcuna ipertrofia e i vari marker tumorali sono rimasti sempre negativi, i controlli per l’osteoporosi e l’arteriosclerosi sono nella norma”. Dove lo acquista? “Negli Usa, via Internet. Costa 10 centesimi a compressa da 50 milligrammi, la mia dose giornaliera. Nessuna azienda italiana lo produce perché non porta profitto. Negli Usa lo vendono nei supermercati, senza ricetta medica. Oltre al DHEA, ho avuto difficoltà a reperire un altro integratore, che uso da tredici anni per la prevenzione dei danni alle cartilagini, cioè la glucosamina associata alla condroitina, per fortuna leciti”. Tutti questi prodotti come si traducono in pedana? “Ho 79 anni, faccio il salto triplo e non sento il minimo fastidio a ginocchia o anche. Alcuni miei vecchi compagni di sport hanno le protesi, pur facendo i sedentari”. Scusi ma il DHEA è lo stesso ormone per cui fu squalificato LaShawn Merritt, campione olimpico dei 400 metri”? “Sì, lui ha detto che lo prendeva per allungare il pene”. Scusi? “Così ha detto il suo avvocato, non so cosa abbia combinato o quanto ne abbia preso. Lui ha smesso di assumerlo dopo la squalifica perché è giovane e avrà ancora buoni livelli ormonali, io non sono disposto a farlo. Questa sostanza, ripeto, previene le malattie”. Quindi per lei il DHEA non dovrebbe essere considerato doping? “Se assunto in dose fisiologiche da soggetti anziani certamente no. Io ne parlo e lo consiglio ai miei avversari in pedana. Dopo questa vicenda mi stanno telefonando da tutta Italia per saperne di più”. Chi la chiama? “L’altro giorno un 87enne speranzoso che lo voleva per la moglie, di 89 anni”. Il DHEA aumenta la forza fisica? “Autorevoli studi scientifici affermano che chi assume 50-75 milligrammi al giorno come me non ottiene alcun aumento della massa muscolare e della forza. Gli effetti dopanti sono negli atleti giovani, qualora ne assumessero dosi almeno dieci volte superiori”. Lei cos’altro assume? “Integratori salini. E dopo l’allenamento gli aminoacidi a catena ramificata per il ripristino muscolare: tutta roba consentita”. Insomma sbagliano i medici? “Si dovrebbero aggiornare. Ma quando hai il posto assicurato, chi te lo fa fare di perdere tempo e soldi, se non è imposto per legge?” Comunque è stato deciso che lei non potrà più assumerlo, questo DHEA. “Lo ha deciso una Commissione presieduta da Luigi Frati, ex Rettore della Sapienza, che non ha voluto neppure ascoltarmi. Il DHEA è nella lista delle sostanze proibite e automaticamente mi hanno sospeso. Ma nel tema doping andrebbe inserita la questione che sto cercando di spiegare: la prevenzione delle malattie. Forse non per i trentenni, ma per chi ha più di sessant’anni sì”. Ora che farà? “Se non posso più prendere il DHEA smetto di gareggiare”. Può rinunciare all’ormone. “Ma lo vuol capire che fa bene?! Tra l’atletica e la salute, rinuncio all’atletica. La sanzione del Coni mi troverà indifferente. Citando il nostro sommo poeta: ‘Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare’”. Del doping cosa pensa? “E’ una pratica antisportiva e dannosa per la salute. Però chiedo: per gli artisti non vale?” Gli artisti? “Cosa pensa la gente di cantanti, attori, musicisti, notoriamente consumatori di droghe senza le quali spesso non sarebbero in grado di portare a termine la loro performance? Sarebbe il caso di fare ogni tanto l’esame antidoping a loro e negare il compenso in caso di positività, sarebbe un bell’esempio per i giovani”. La gente di Treviso cosa le dice? “Su un giornale è apparsa la lettera firmata da un dottore: ‘Caro collega, perché non vai ai giardinetti e ti occupi dei nipotini?’ Io ho quattro nipoti, ma due stanno a Stoccolma e due a Marzabotto, sono lontani e così passo il tempo al campo sportivo”. Era venuto in mente anche a me: perché continua ad allenarsi? “Ogni volta che vado in pista mi dico: ‘Ma chi te lo fa fare?’ Poi penso che così, dovendo anche sottopormi a visite medico-sportive annuali, ho la garanzia di saltare senza incorrere in rischi di infarto o di ictus”. Andreotti, notoriamente un sedentario, diceva: ‘Tutti i miei amici che hanno fatto sport sono morti prima di me’. “Comunque vivere gobbo e sicuramente pieno di dolori per anni, come il famoso Cuccia, non credo sia il massimo”. di Alessandro Milan