Il Rossi Day a Valencia
MotoGp, Biasin: "Oggi Vale anche un po' di culo"
dall'inviato a Valencia «Bene. Benissimo. Molto molto bene». E guai a non crederci, guai a dire «è finita, destino infame». Per capirci: se qualcuno pensa «piuttosto che guardare le motorette oggi vado a fare la scampagnata fuoriporta» non ha capito niente. O forse ha capito tutto, ma è pregato di raggiungere con una certa solerzia l' uscita del club #iostoconvale, ché di pessimisti, rassegnati, cacasotto e soprattutto menagrami proprio non ne abbiamo bisogno. Facciamo il punto come se fossimo alla scuola dei ritardati e poi andiamo decisamente accapo. Siamo a Valencia. Si disputa l' ultimo Gp. Probabilmente il più importante da qualche millennio a questa parte. Vale ha sette punti di vantaggio su Lorenzo, ma oggi parte ultimo per questioni note ai più. Il suo avversario mostra la schiena a tutti e se la tira molto. L' altro spagnolo, causa-maxima di tutto il casotto, si accomoda bello sereno al secondo posto e ghigna sotto i baffi che non ha. In questo meraviglioso quadretto dipinto da chi ci vuole male, Vale pensa bene di finire col culo per terra come un pupo alla prima gara. Poi si rialza, ma non sembra neanche lui: il testone coperto dal casco guarda in basso, scruta la ghiaia, pare senza energie. C' è, insomma, un' atmosfera da "2 novembre italiano" che metà basta, roba che neppure uno sceneggiatore arcigno nemico del Dottore avrebbe potuto mettere nero su bianco. Poteva esistere una vigilia più fetente di questa? No, non poteva. E noi comunque insistiamo: «Bene, benissimo, molto molto bene». In fondo non possiamo fare altro. La tavola valenciana è apparecchiata, si serve l' ultima cena: il menù prevede tapas, paella, litri di sangria. Niente piadina, niente Verdicchio delle Marche, niente «Spagna contro Italia» perché i "maledetti" (con tutto il rispetto) stanno già 3-0 e noi siamo rimasti in dieci al 5' del primo tempo. Eppure, guarda un po', non molliamo neanche di un centimetro, perché - cara grazia - non siamo nelle mani di un dottorino della mutua rimediato il 13 di agosto, siamo nelle mani del Dottore, e se c' è uno al mondo che può darci uno straccio di speranza, beh, quello è proprio lui, il nove volte campione del mondo che prova a farsi coraggio e sa a chi appellarsi: «La rimonta? Serviranno velocità e un po' di culo. In tanti vanno forte, il mio passo sarà importante ma non dovrò nemmeno esagerare. E comunque il podio è praticamente impossibile. La caduta invece è un errore mio, ho provato una modifica che non ha funzionato». Nessuna scusa, insomma, per uno che ci ha sempre messo la faccia. Parliamoci chiaro, Fratelli d' Italia: siamo nella merda e gli spagnoli in massa stanno per tirare lo sciacquone. Nonostante tutto il destino ci offre un' occasione mostruosa: scrivere la storia di sport più incredibile di sempre. Non pensate a Vale nella ghiaia, non pensate all' amico Uccio che smoccola in marchigiano stretto, non pensate al toro di Tavullia infilzato dal torero di Palma di Maiorca, pensate a voi fra vent' anni mano nella mano con vostra moglie, la vostra amante, vostro figlio o vostro nipote. «Dove mi porti nonno?». «Si va al cinema caro, si va al cinema...». «E cosa andiamo a vedere nonno?». «Andiamo a vedere la storia di una leggenda su due ruote che il sabato alle 15 aveva il culo nella polvere e domenica alla stessa ora per un attimo è sembrato Dio». Credici Vale, credici. Fabrizio Biasin