Ciclismo marcio

Pagò il rivale per vincere la volata: mail e bonifici incastrano Vinokourov

Roberto Procaccini

Ha comprato la vittoria nella Liegi-Bastogne-Liegi del 2010 corrompendo il suo principale concorrente. E si era pure permesso di dire: "Ho dimostrato che nel ciclismo si può vincere anche senza doping". La Procura di Padova ha materiale compromettente su Alexandr Vinokourov, 39 anni, medaglia d'oro a Londra 2012. Uno scambio tra mail tra lui e il russo Aleksander Kolobnev dimostrerebbe che la volata finale della più antica corsa in linea del ciclismo su strada fu combinata. Dopo i problemi di Lance Armstrong (da eroe a vergogna della bici: gli sono stati revocati sette Tour de France) e le frequenti squalifiche per doping, sul ciclismo si abbatte un nuovo scandalo. Le intercettazioni - Ad incastrare Vinokourov sono delle mail inviate dell'aprile 2010. Il giorno dopo la conclusione della Liegi-Bastogne-Liegi, Kolobnev gli scrive: "L'ho fatto per te. Persino mia moglie non ci è rimasta male che sono arrivato secondo, perché c'eri tu. Adesso aspetto pazientemente. I miei dati trasferiscili - consiglia - da qualche parte e cancella la email. Sennò rimango senza palle". I dati cui Kolobnev fa riferimento sono le sue coordinate bancarie (riferite a una filiale Bsi di Locarno), inserite in calce alla mail. Dopo circa due settimane, Vinokourov risponde: "Hai fatto tutto bene. Secondo l'accordo, non ti preoccupare, farò tutto. Dovrai aspettare un po'".  I bonifici - Lo scambio di comunicazioni ha insospettito la Procura di Padova, che ha chiesto assistenza alle autorità elvetiche per fare riscontri sul domicilio bancario indicato da Kolobnev. Risultato: il conto corrente (aperto con la sottoscrizone di un funzionario della Bsi già indagato per riciclaggio di denaro a favore di atleti) è del ciclista, che ha ricevuto da Vinokourov due versamenti. Il primo da centomila, il secondo da cinquantamila euro. Improcedibilità - La Procura di Padova ha chiesto l'archiviazione del caso: il presunto illecito si è sviluppato tra Francia, Belgio e Svizzera, quindi non compete alle autorità italiane. Ma la storia non finisce qui: il fascicolo è in viaggio verso la Procura di Liegi e l'Uci, La federazione Internazionel del ciclismo.