Anticonformista

Zampagna "il rosso", dalla serie A alla tabaccheria

Giulio Bucchi

di Marco Petrelli Ternano, classe 1974, Riccardo Zampagna debutta nel 1991 in D; cinque stagioni in serie A tra il 2000 e il 2008 con Perugia, Atalanta e Messina. Nel 2010 l’addio al calcio e il ritorno nella sua città natia. Fa un certo effetto osservare l’ex bomber nero azzurro indaffarato tra stecche di sigarette e fragranze per ambienti. “E’ stata giornata di rifornimento. Un bel da fare”, fa lui sorridente. Perché hai aperto una tabaccheria? "Non giocando più qualcosa dovrò pur fare per vivere! Quello della tabaccheria è un investimento sul quale avevo già riflettuto. Ed eccomi qua".   Come mai ha deciso di restare a Terni e di rifiutare altri incarichi? "Amo questa città e chiunque mi abbia avuto accanto nel corso della mia carriera sa quanto io sia legato a Terni. Ho ricevuto proposte dal mondo sportivo ma ho preferito declinarle". E perché? "Non ho voluto allenare, sono un anti conformista, le regole non le amo particolarmente. Avrei fatto volentieri il direttore sportivo, ma per un mio progetto, una bella iniziativa che purtroppo però non è andata in porto". Vuoi parlarcene? "Corsi di preparazione riservati a giovanissimi atleti, al fine di seguirli nel percorso di crescita e di sviluppo corporale e della loro attitudine alle discipline sportive. Ma il problema è sempre quello dei finanziamenti e non tutti sono disposti a foraggiare investimenti che non offrono ritorni immediati".  So che ti occupi anche di sociale… "Lo sport di per sé è sociale, in quanto offre momenti di crescita e di condivisione. Quando ho abbandonato il calcio ho scritto un libro (Calcio alla rovescia, ndr) e curato due manifestazioni i cui proventi sono andati a beneficio dell’Ospedale di Terni per l’acquisto di macchinari medici. Collaboro anche con l’associazione Primi della Strada per sensibilizzare l’avvicinamento dei giovani allo sport. I giovani sono importanti, è necessario puntare su di loro e fornire strumenti di crescita".