Roma, 11 gen. (Adnkronos) - E' morta nelle prime ore di stamattina alla clinica Antea di Roma l'attrice Mariangela Melato. Aveva 71 anni. I funerali saranno celebrati domani alle 15 nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo. Renzo Arbore e Lina Wertmuller sono stati tra i primi a renderle omaggio in clinica. Accanto a loro, Anna, la sorella dell'attrice. Ma sono in tanti gli amici e i colleghi della Melato che in queste ore stanno andando a dare l'ultimo saluto alla straordinaria interprete cinematografica e teatrale. Musa di grandi registi e capace di portare sulla scena con esiti altissimi personaggi della tragedia greca, come Medea o Fedra di Euripide, e ruoli brillanti nella commedia musicale, come in 'Alleluja brava gente' di Garinei e Giovannini. L'imprinting artistico a Mariangela Melato, milanese del 19 settembre 1941, lo ha dato Luca Ronconi. Con l"Orlando Furioso' diretto dal regista piemontese infatti Melato si è affermata come attrice teatrale nel 1969, nonostante calcasse i palcoscenici già da 9 anni, recitando con Visconti, De Bosio e Crivelli. E da quel momento è iniziata una carriera che l'ha vista protagonista nelle principali produzioni teatrali, diretta oltre che da Ronconi, da Strehler, Sepe, Gaber e Lavia. Intensa l'attività cinematografica che ha visto Melato musa di Lina Wertmuller, accanto a Giancarlo Giannini in pellicole entrate nella storia del grande schermo, come 'Travolti da un insolito destino...', 'Mimì metallurgico ferito nell'onore' e 'Film d'amore e d'anarchia'. Melato ha lavorato con i più grandi registi cinematografici, da Pupi Avati a Mario Monicelli, da Elio Petri ('La classe operaia va in paradiso' e 'Todo modo') a Luigi Comencini, Claude Chabrol, Giuseppe Bertolucci e Sergio Rubini, per citarne solo alcuni. Numerosi i riconoscimenti ricevuti negli anni, che vanno da 8 David di Donatello a cinque nastri d'Argento e un globo d'Oro. Mariangela Melato era stata nominata Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana. "Mariangela aveva una personalità così importante, composita e grande che è difficile raccontarla anche per chi come me l'ha conosciuta sentimentalmente". Con queste parole e con la voce rotta dalla commozione, Renzo Arbore racconta all'Adnkronos il lato umano e personale di Mariangela Melato con la quale aveva avuto una intensa relazione. "Ricordo Mariangela come una persona nobile, che pur avendo origini modeste possedeva una nobiltà d'animo così forte, che non ho più riscontrato in altre persone. Era lontana dalla meschinità della vita, dall'inseguimento del successo attraverso i compromessi, dalle menzogne, dalla cattiveria, era lontana da tutto questo, era pura e assolutamente nobile. E la vera nobiltà d'animo va celebrata". Arbore ricorda la "grande intelligenza che aveva nei rapporti umani con tutti, era la beniamina di registi come Ronconi e Petri, ma anche delle sue collaboratrici e delle persone che incontrava per strada. Cercava in tutti la verità e aveva una spiccata sensibilità nell'individuare persone vere, anche non del suo mondo, che lei apprezzava e aiutava". Arbore ama sottolineare la "continua voglia" della Melato "di arricchirsi culturalmente, lei che era stata vetrinista alla Rinascente. Una voglia che non l'aveva mai abbandonata e che c'era ancora fino alla fine. Negli ultimi giorni Mariangela aveva con sé i suoi libri. Questa sua continua volontà di apprendere mi ha arricchito moltissimo, ho imparato io da lei". Quanto al suo lavoro di attrice "che per lei era la vita", afferma Arbore, "sulla scena aveva più qualità di quelle che il pubblico possa ricordare. Capisco che si ricordino più facilmente i film di Lina e il successo americano di queste pellicole, che ho vissuto con Mariangela, alla quale erano state aperte tutte le porte a New York. Ma, a parte questi film, lei ha fatto teatro con Visconti e Ronconi, e cinema con Petri, Monicelli e De Sica. Anche nell'ultimo periodo in cui era molto malata, viveva per ritornare sulla scena e il suo eroismo è stato che, malgrado la malattia e le cure faticosissime affrontate con un coraggio inimmaginabile, lei ha fatto tre cose straordinarie: 'Casa di bambola', 'Il dolore', un monologo di quasi un'ora e mezza, e 'Filomena Marturano' per la tv con Massimo Ranieri. La sua idea era quella di diffondere questa meravigliosa storia napoletana anche ai non napoletani". "Mariangela ha fatto tutto sempre con l'idea di arricchire il pubblico che la vedeva e non per il successo, parola che la sfiorava ma che non era la sua missione finale. Di questi tempi -conclude Arbore- chi fa una scelta di questo tipo è prezioso e rimane certamente nella storia dello spettacolo italiano". A raccontarne l'esordio sul grande schermo è il regista Pupi Avati con il quale Melato debuttò nel 1970 con 'Thomas e gli indemoniati': "Stavamo girando a Ferrara e avevo chiesto un'attrice di Milano bionda e con gli occhi azzurri - racconta il regista - e invece si presentò questa ragazza che all'epoca era bruna, con i capelli ricci e gli occhi bistrati. Rimasi molto sconcertato. Lei mi chiese se poteva aspettare e io le dissi che non l'avrei fatta girare. Ma Mariangela non si arrese e si sedette a un tavolino del bar nella piazza. Ogni tanto - prosegue il regista - mandavo qualcuno a vedere se c'era ancora, e lei era sempre seduta a quel tavolino, finché i camerieri, all'imbrunire, misero le catene ai tavolini e chiusero le saracinesche del bar. Ma lei era sempre lì. Allora, intenerito da quella determinazione -racconta ancora Avati- le dissi che la parte l'avrebbe fatta lei. L'indomani si presentò sul set puntuale. Bastò che recitasse la prima battuta del copione perché mi rendessi conto di avere di fronte un talento vero. Le chiesi come si chiamasse e le dissi: 'Signora Melato, lei è molto più brava di tutti noi'. Con Mariangela nel 1980 facemmo l'unico musical della mia filmografia ('Aiutami a sognare', ndr) in cui lei cantava, ballava e recitava. Era la protagonista assoluta. Non c'è niente più del musical che gratifichi maggiormente un attore, perché lo mette alla prova su tutti i fronti. Vivemmo insieme anche la lunga estate del 1980, anche questa nel ferrarese". A ricordare la partner di tre pellicole 'cult' dirette da Lina Wertmuller ('Mimi' metallurgico', 'Storia d'amore e d'anarchia' e 'Travolti da un insolito destino...') è anche Giancarlo Giannini: "La sua morte ha colto di sorpresa un po' tutti. Abbiamo perso un'attrice indimenticabile ed elegantissima, capace di passare con disinvoltura attraverso tutti i personaggi, da quelli comici a quelli tragici". I film di Wertmuller? "Eravamo un trio affiatato e straordinario Lina, Mariangela ed io, e portavamo in scena delle storie che raccontavano il lato più bello della vita. Cercavamo di renderle più semplici - racconta l'attore - e Mariangela era davvero straordinaria. Recitando con lei diventavo spettatore, tanto riusciva a rendere bene il personaggio e ad essere ammaliante, con i suoi occhi bellissimi e con quella luce che partiva da lei. Era una donna luminosa e solare. Lavorare con lei mi ha insegnato moltissimo, aveva un senso del gioco e dell'ironia, una straordinaria energia e il piacere di raccontare. Abbiamo anche avuto la fortuna di essere diretti da una grande regista come Lina Wertmuller. Quello che resta di Mariangela -conclude Giannini- è il ricordo di una grande attrice che non ha mai pensato di essere una diva, perché era d'animo semplice".