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Santoro: "Torno su Rai3 contro il kamasutra dei politici nei talk"

Roma, 8 gen. (AdnKronos) - di Antonella Nesi Un programma contro il "kamasutra" dei politici nei talk. Dopo oltre vent'anni Michele Santoro torna in diretta su Rai3 (il suo ultimo programma d'approfondimento sulla terza rete fu 'Tempo Reale' che terminò nel 1996) con quattro puntate d'attualità del suo 'M'. 'M' è il titolo che ha esordito lo scorso anno su Rai2 con le due puntate monografiche su Hitler, tra talk e docufiction, e che tornerà (questa volta su Rai3) con lo stesso registro narrativo a maggio per quattro puntate dedicate al caso Moro. Ma da giovedì 11 gennaio si proporrà invece sempre sulla terza rete per quattro settimane in prima serata con altrettante puntate di strettissima attualità: la prima sulle banche (ospite Giuseppe Bivona, ex banchiere della City londinese, con lunga carriera in Morgan Stanley, Lehman Brothers e Goldman Sachs), la seconda sull'immigrazione (che dovrebbe ospitare il ministro Marco Minniti), la terza su Roma Capitale ("spero che Virginia Raggi accolga il nostro invito a partecipare") e la quarta sull'evasione fiscale (invitati Renzi, Salvini e Di Maio, avrebbero accettato tutti e tre l'invito ad esporre al programma la loro ricetta fiscale). Nella prima puntata non ci saranno politici: "Ormai siamo al kamasutra dei politici nei talk. C'è quello che chiede di fare l'intervista in piedi, quello che chiede di avere accanto due ospiti precisi, quello che chiede di fare l'intervista alle quattro di pomeriggio. E la concorrenza dei talk è tutta giocata sulla caccia all'ospite. Noi non abbiamo mai fatto questo. Chi viene nei nostri programmi accetta il nostro rito", sottolinea Santoro. "Questo ritorno - ammette Santoro - emoziona anche me. Per me Rai3 è la casa, il posto da cui sono partito. E il successo di un programma dipende anche dal contesto in cui nasce e viene trasmesso. La Rai3 di Angelo Guglielmi concesse due mesi a Samarcanda per farsi conoscere e fu una fucina di scoperte. Cercheremo di ritrovare lo spirito di allora: fare quello che i tg non fanno, dire quello che i tg non dicono", aggiunge Santoro, piuttosto deluso di come l'anno scorso Rai2 programmò i suoi speciali. Ad arricchire questa versione "real" di 'M', in onda fino a giovedì primo febbraio, ci saranno anche Roberto Saviano ("sarà lui a fare l'editoriale che io non farò", spiega Santoro), il comico Andrea Rivera che farà "un’incursione indisciplinata", "l’allegria urticante" di The Pills e Vauro, che recupererà la maschera di Nazareno Renzoni, "una maschera drammatica, oggi che qualcuno prefigura un accordo Renzi e Berlusconi", sottolinea il giornalista. A proposito di leader politici, Santoro spiega di aver ottenuto per l'ultima puntata la disponibilità di Renzi, Salvini e Di Maio a parlare singolarmente su tasse ed evasione fiscale. "D’accordo con il direttore, oggi ho scritto che siamo disposti a dare pari spazio ad ognuno su questo tema, riducendo altri segmenti della trasmissione. Vedremo come andrà a finire", dice Santoro. Il giornalista-conduttore non manca di criticare la posizione espressa da Matteo Renzi sull'abolizione del canone Rai ("non amo i populismi") nè di chiarire che lui tra Silvio Berlusconi e Luigi Di Maio sceglierebbe di buttarsi giù dalla torre ("quando il partito in cui ti sei sempre riconosciuto ti delude, l'astensione è un comportamento legittimo", dice). Ad accogliere Santoro a Viale Mazzini, anche il direttore generale della Rai, Mario Orfeo, che esprime "grande soddisfazione per riavere Santoro di nuovo su Rai3, di nuovo in diretta, e in un momento in cui la Rai festeggia un inizio anno di grande successo e qualità, già testimoniato dai programmi di Roberto Bolle ed Alberto Angela sul fronte dello spettacolo e della divulgazione, che ora si allarga all'approfondimento con Santoro". "Queste quattro puntate - assicura il dg - sono solo l’inizio di un nuovo percorso con Michele Santoro", che sarà appunto protagonista anche a maggio di quattro puntate sul caso Moro. Al consigliere d'amministrazione della Rai, Carlo Freccero, che si meraviglia per le "sole quattro puntate" d'attualità offerte a Santoro su Rai3 ("per creare un pubblico ci vuole la lunga serialità"), risponde il direttore della terza rete Stefano Coletta: "In origine Santoro avrebbe dovuto fare soltanto le quattro puntate dedicate al caso Moro a cui sta lavorando da molto tempo. Siamo stati noi a chiedergli di fare anche delle puntate di attualità e di farle con una serialità settimanale e non come evento mensile. Ma avevamo budget sufficiente per sole quattro puntate". Anche Santoro interviene sull'argomento: "Anche se non mi è stato proposto, io non sarei più disponibile a fare 30 puntate l'anno. Semmai potrei fare da consulente per un programma lungo che facesse crescere un nuovo conduttore. Tenendo presente che gli approfondimenti di successo sono sempre nati da giornalisti con forti personalità. Che si parli di me, di Lerner o di Ferrara, il pubblico sa che trova una visione del mondo. E questo alla gente piace, anche se poi s'incazza, non è d'accordo, discute". Infine una battuta sulla par condicio (anche se le norme più stringenti dovrebbero scattare nell'ultimo mese di campagna elettorale, quindi quando Santoro non sarà più in onda): "La par condicio l’ho vista nascere. Io e Mentana siamo stati i primi ad essere sanzionati. Ma in campagna elettorale il pubblico ha diritto di essere informato". Quanto alle polemiche su Vespa e Fazio da parte del presidente della commissione di Vigilanza Roberto Fico, Santoro le liquida così: "Credo si tratti semplicemente di un prolungamento della polemica sulla tipologia contrattuale dei due...".