Veneto

Mostra Venezia: Quatriglio e Rohrwacher 'Con il fiato sospeso' all'universita' (2)

(Adnkronos/Cinematografo.it) - La Rohrwacher parla di "confessione, non c'era la macchina del cinema a invadere, ma solo io Costanza, fonico e operatore". "Tutto finto e tutto vero" insomma 'Con il fiato sospeso', prodotto dalla regista con Jole Film e prossimamente nelle nostre sale con Istituto Luce Cinecitta'. Avrebbe potuto essere un lungometraggio, la Quatriglio ci ha lavorato e sperato per anni, ma oggi si dice "soddisfatta di aver realizzato questi 35 minuti con il pregio della liberta', il privilegio dell'indipendenza e il rischio scampato della solitudine, perche' per fortuna non e' stato cosi', ma condivisione di pensieri liberi indipendentemente dal formato". La vicenda raccontata da 'Con il fiato sospeso', prosegue la regista, "e' esemplare dello stato dell'arte dell'Italia, per cui ho da subito sentito il desiderio di distaccarmi dalla cronaca, sebbene il diario di Emanuele sia il punto di partenza e sia in corso un processo. Non mi interessa neanche piu' sapere se esista una correlazione diretta tra le condizioni di quei laboratori e le morti dei ricercatori, perche' nell'universita' si muore anche psicologicamente, il nostro Pese ha perso l'idea di futuro, la pietas e la passione". Eppure, aggiunge la Rohrwacher, "qui c'e' anche un altro punto di vista, quello di Stella, ovvero quello di chi va alla guerra e muore per passione, portando la speranza del cambiamento della mai generazione". Conclude la Quatriglio, "l'universita' e' un campo minato, gli studenti soldati".