Spettacolo
Amelio torna a Venezia: 'Film scritto sul corpo e l'anima di Albanese'
Roma, 13 ago. (Ign) - "L'Intrepido è un film che ho scritto di getto, sul corpo e l'anima di Antonio Albanese". Gianni Amelio presenta così 'L'intrepido', il suo nuovo film che lo riporta in concorso a Venezia (uno dei tre italiani in gara), a quindici anni da 'Così ridevano', Leone d'oro in quel 1998. "E' un attore che amo molto - continua l'ex direttore del Torino Film Festival - e col quale da tempo avevo voglia di lavorare: un soggetto “su misura” ma non troppo, che mi facesse competere col suo talento scoprendone qualche lato nuovo, scommettendo su delle sorprese". Prodotto da Carlo degli Esposti con Rai Cinema e in sala dal 5 settembre con 01 Distribution, per il regista calabrese questo film è "come una nuvola, come dice il produttore: mentre lo guardi cambia forma. Forse ha ragione. All’inizio delle riprese l’ho definito una commedia, ma in tanti saranno pronti a smentirmi, anche se si ride parecchio. Perché c’è pure chi si commuove e versa qualche lacrima". Protagonista Antonio Pane (Albanese), quarantenne senza lavoro che si inventa il mestiere di 'rimpiazzo' in una Milano in piena crisi economica. Autista di tram, cameriere, muratore, qualsiasi cosa va bene. Antonio prende il posto di chi si assenta dall'occupazione ufficiale. Lavora al posto suo, anche solo per qualche ora. "L’intrepido è ambientato oggi, in Italia - dice ancora il regista di 'Colpire al cuore' - Ma non per respirare "l’aria del tempo", piuttosto per trattenere il fiato. Da qui la sua anomalia rispetto ai film che ho fatto finora e la sua fedeltà a certe cose che mi stanno a cuore da sempre. In questo senso si può leggere il titolo, che riporta ai fumetti che divoravo da ragazzino. In quel giornaletto c’erano figure illustrate ma io le credevo reali; si narravano storie fantasiose ma io pensavo che la vita fosse quella. E soprattutto aspettavo di settimana in settimana il seguito dell’avventura, per la necessità di un lieto fine. Proprio come adesso". Accanto ad Albanese, troviamo due attori esordienti Livia Rossi e Gabriele Rendina. "Ho voluto due giovani ancora sconosciuti, un ragazzo e una ragazza di vent’anni, che regalassero un po’ della loro innocenza agli altri protagonisti".