Scenari

Italo Bocchino zittisce tutti a Otto e mezzo: "Se succede, Meloni ha vinto"

Claudio Brigliadori

La guerra dei dazi terrorizza lo studio di Otto e mezzo, su La7. Lilli Gruber chiede se le “minacce” del presidente americano Donald Trump all’Europa sia “l’inizio dell’era del bullismo”. Risposta glaciale di Massimo Cacciari: «Magari fosse bullismo - scuote il capo pensoso il professore -. Penso che Trump si fidi di una risposta divisa, contraddittoria, fra tutti i Paesi che possono essere colpiti da questa misura.

Se la risposta invece fosse compatta sarebbe un suicidio per gli Stati Uniti». Anche per Lucio Caracciolo, direttore di Limes, l’America è «un impero in crisi»: «I dazi riflette l’esperto di geopolitica - sono una versione moderna della politica delle cannoniere. Con la sola differenza che un tempo gli Stati Uniti usavano la minaccia militare, mentre oggi non sono in grado di fare una guerra». Tocca poi a Cathy La Torre, avvocato italo-americano: «Trump vuole dialogare con ogni singolo Stato e stipulare accordi bilaterali, indebolendo il WTO, l’organizzazione mondiale che regolamenta gli scambi commerciali». Emiliano Fittipaldi, direttore de Il Domani, si concentra invece su Giorgia Meloni: «Trump non vuole alleati, vuole vassalli».

 

 

 

Per questo, aggiunge, la premier italiana «deve decidere se vuole essere vassalla di Trump o fare il bene nazionale». L’unico fuori da un coro è Italo Bocchino. E al direttore editoriale del Secolo d’Italia tocca il compito di ricordare un punto di partenza: «Trump con la Cina ha solo aumentato del 20% i dazi imposti da Biden. Non ho visto nessuno indignarsi. Sull’Europa su una cosa ha ragione: gli Usa hanno 177 miliardi di surplus commerciale negativo. L’Europa deve rispondere unita, è un grande test per l’Europa e per la Meloni, che deve fare da pontiera. Se succede questo ha vinto la Meloni, se ognuno va per sé hanno perso tutti». 

Italo Bocchino a Otto e mezzo, guarda qui il video di La7