Da Parenzo
Paolo Mieli, bomba sul caso Almasri: "l'accordo lo ha fatto un governo di sinistra"
"Meloni viene incolpata di una cosa che le è capitata tra capo e collo": Paolo Mieli, ospite di David Parenzo a L'Aria che tira su La7, lo ha detto a proposito del caso del generale libico Almasri, prima arrestato e poi rimandato in Libia perché considerato un pericolo per l'interesse e la sicurezza nazionali. "E' ovvio che andava restituito... - ha spiegato lo storico nello studio del talk -. La cosa ha una sua evidenza: se tu prendi il capo delle carceri libiche, con cui hai fatto un patto, ai tempi in cui tra l'altro c'era un governo di sinistra, per contenere l'immigrazione...".
"Ora c'è una nuova denuncia - lo ha informato Parenzo - una vittima e testimone delle torture del generale libico Almasri ha presentato alla procura di Roma una denuncia contro il governo Meloni per favoreggiamento". "Ora alcuni magistrati cominciano e qualsiasi cosa fai...", ha risposto in tono polemico l'editorialista del Corriere della Sera. Che quindi ha fatto l'esempio dell'Albania, dove i giudici italiani non hanno convalidato il trattenimento dei migranti nei centri deciso invece dal governo. "Tu porti dei tipi in Albania? Niente, bisogna rimandarli indietro - ha detto Mieli -. Qualsiasi cosa fai c'è un responso negativo".
Tornando al caso Almasri, lo storico ha sottolineato: "Il vero giallo è come mai non lo hanno preso i servizi segreti e non l'hanno rispedito silenziosamente in Libia. La questione sta nei servizi segreti. Io dal primo momento penso che, uscita Elisabetta Belloni, che aveva portato una sorta di pace, qua c'è l'ira di Dio... Perché in questa circostanza i servizi segreti non hanno fatto quello che normalmente fanno?".
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