Ancora lei
Che tempo che fa, il fango della Littizzetto su Giorgia Meloni: "Sei più furba, ma ti dico una cosa..."
A Che tempo che fa non poteva mancare, anche nella puntata andata in onda domenica 2 febbraio, la consueta letterina di Lucianina Littizzetto. E questa volta, come nel corso di tutta la puntata di ieri sera, nel mirino c'è finita Giorgia Meloni. La Littizzetto nella sua letterina che da ridere ha davvero poco attacca a testa bassa la premier sul caso Almasri: "Cara Er Meloni Premiato premier Sfondatrice di tetti di cristallo Viaggiatrice indefessa su Meloplano E amica di tutti, da Musk a Milei, da Bin Salman a Santanché (per ora). So che questa settimana ne hai già ricevuta una, di letterina, quindi vengo da te in pace", è la premessa. Poi comincia l'attacco vero e proprio: "Per dirti intanto che non hai ricevuto un avviso di garanzia, ma una comunicazione d’iscrizione nel registro degli indagati, che è come la prima convocazione di una riunione di condominio: un atto dovuto, comunicato peraltro con grande garbo, da un Procuratore che infatti si chiama LO VOI? Lo voi o non lo voi? Certo che lo voi… Si fosse chiamato Te Tocca o Tarresto, capirei il disappunto", e giù applausi con Fazio che ghigna.
Poi ha aggiunto: "Adesso fate le vittime? Adesso la colpa è dell’avvocato amico di Prodi? Li Gotti… Tra l’altro Li Gotti, Lo Voi…in questa storia tutti hanno l’articolo davanti al cognome?". A questo punto la difesa di Romano Prodi: "Tra l’altro Melons, ma perché odi così tanto Prodi? Che ti ha fatto di male sto patatone? Non fa parte della politica attiva da molto tempo, parla sempre più al rallentatore, è un democristiano in pensione dai modi pacati a cui probabilmente non stai simpatica ma che per te che frequenti quella banda di svitati sopra le righe lui al confronto è come una tisana al pino mugo. Invece lo tratti come fosse Belzebù". Non poteva mancare poi un accostamento del tutto inopportuno: "Liberato per ragioni di sicurezza nazionale. Ma scusa, ma la sicurezza dovrebbe essere arrestarli i criminali e non liberarli. Da noi si è sempre usato così. Donato Bilancia criminale in galera. Leoluca Bagarella criminale in galera. Toto Riina supercriminale galera. Almasri criminale a casa. Non senti che stona?".
Leggi anche: Che tempo che fa, fango-Littizzetto contro Meloni: Fabio, ti dico io come ha liberato Cecilia Sala"
La Littizzetto scorda che sotto questo governo è stato arrestato Matteo Messina Denaro, ma tant'è. Infine il tono si fa ancora più cupo e accusatorio: "Ora. Sappiamo che la democrazia ha i suoi lati oscuri, i suoi accordi sottobanco, le sue ragioni di stato: Palazzo Chigi non è mai stata nè mai sarà una casa di vetro, bisogna capire però quanto il vetro lo vogliamo opaco. Allora. Tu sei più furba di me ma diecimila volte, ma una cosa mi sento di dirtela: … se trattassimo l’immigrazione come UN problema e non come IL problema, se pensassimo a quelle persone come uomini e donne che chiedono aiuto e non come un esercito invasore, ecco, forse Almasri e i suoi colleghi avrebbero meno armi per ricattarci. Perché sta lì il problema: tu dici di non essere ricattabile. Certo. Non sei ricattabile in Italia. Ma nel resto del mondo si. Sai perché? Ti svelo un segreto. Perché non puoi andare d’accordo con tutti. Soprattutto non puoi fare accordi con i banditi perché quelli rimangono banditi e alla fine ti fregano". Ormani anche la Littizzetto a quanto pare è scesa in campo.