L'antennista

PiazzaPulita, Rampini fa a pezzetti la sinistra: "Vi ricordo una cosa su Musk e Soros"

Claudio Brigliadori

Com’è come non è, tutti quanti parlano di Elon Musk e George Soros. Nella conferenza stampa di Giorgia Meloni i due nomi ricorrenti sono proprio quello degli ultra-miliardari. Il primo lo hanno fatto spesso i giornalisti, il secondo lo ha ritirato fuori proprio la premier, per far tornare la memoria ai distratti. Stesso copione anche a PiazzaPulita, su La7: qui è Federico Rampini a dover vestire i panni del grillo parlante della sinistra. «Soros nell’ultima campagna elettorale ha dato il quadruplo dei finanziamenti che Musk ha dato a Trump...», ha ricordato l’inviato del Corriere della Sera, spesso voce solitaria nel campo progressista quando si tratta di pesare e misurare correttamente le vicende. La tesi dominante in studio è quella del Musk pericolo per la democrazia e viene il sospetto, per dirla alla Meloni, che il problema non siano i suoi soldi quanto il fatto che non sia vicino al mondo dem.

Rampini ne sottolinea il talento visionario: «Diamogli atto che sia sul fronte della conquista spaziale che sui satelliti di bassa quota lui doveva vedersela con dei giganti del capitalismo come la Boeing che erano molto più ricchi, molto più potenti e ammanicati con il potere politico a doppio filo. Avevano dei contratti fatti dal Pentagono e della Nasa fatti su misura per loro con degli extraprofitti. Continuare a dire che Musk è un demonio, ci impedisce di capire il fenomeno».

 

 

Quando si parla di Soros, però, i progressisti sono lesti a parlare di un “filantropo” piuttosto che uno speculatore. Ma solo quando al potere ci possono andare i partiti di sinistra. Per fare un esempio: nell’aprile del 2024 con il suo gruppo Fund for Policy Reform aveva elargito una lauta donazione di 60 milioni di dollari al partito di Biden e Kamal Harris. So’ soldi.