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Rita Dalla Chiesa, lezione alla sinistra: "Ammazzare un fascista mio padre non lo avrebbe mai detto"

Roberto Tortora

Ha fatto e fa ancora molto discutere il corteo che sabato scorso è stato organizzato a Roma per manifestare contro il ddl Sicurezza. La marcia di protesta è partita dal piazzale del Verano per concludersi in Piazza del Popolo, al grido di: “No alla legge Salvini: fermiamo la barbarie del decreto sicurezza”. Di questo si parla anche a “Quarta Repubblica”, programma di approfondimento politico condotto ogni lunedì sera da Nicola Porro su Rete 4. Ospite, in collegamento, c’è Rita Dalla Chiesa, deputata di Forza Italia e figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia insieme alla sua giovane moglie Emanuela Setti Carraro.

La Dalla Chiesa si scaglia contro gli estremisti dell’antifascismo: “Ho sentito parlare di fascismo, di nazismo, ragazzi io sono antifascista e mio padre è stato un partigiano, ma non mi ha mai insegnato che un fascista va ammazzato come ho sentito in piazza e queste sono le cose che mi fanno paura. La deriva di questo governo non è autoritaria, non è urlando che noi risolviamo i problemi, solo qualche giorno fa una signora stava per uscire dall'ospedale dov'era stata per un mese e ha saputo che casa sua era stata occupata. Il problema della casa è uno dei più importanti che noi abbiamo e che dobbiamo risolvere”.

 

 

Su X si scatenano le reazioni più disparate, c’è chi scrive: “Ma qui il problema non è più destra e sinistra! Abbiamo problemi serissimi di sicurezza!”. C’è, invece, chi accusa: “La libertà di manifestare va bene se ed in quanto non limita o impedisce la libertà di chi non manifesta. Un principio di rispetto fondante la nostra civiltà”. C’è, infine, chi punta il dito: “Questo perché come tutti i sinistri figli di settant’anni di indottrinamento e mistificazione storica di matrice sinistroide, conosce solo ciò che le hanno inculcato”.