Niente Concertone
Tony Effe, il Pd si indigna? Ma gira un video: clamoroso, come hanno beccato Elly Schlein
Sesso e samba, show e polemiche: sull’esibizione di Tony Effe al concertone di Capodanno si attende una decisione definitiva che forse arriverà oggi, quando il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, incontrerà la stampa per presentare varie iniziative in vista del Giubileo. Da una parte i progetti in rete per il volontariato e l’aiuto alle periferie, dall’altra la grana del trapper assoldato dal Comune a guida dem per sollecitare le nuove generazioni a non disertare la festona del 31.
Tony Effe, al secolo Nicolò Rapisarda, doveva essere uno dei super ospiti della serata insieme a Mahmood e Mara Sattei, ma i suoi testi non sono certo quelli di Gianni Morandi e anzi parlano spesso di amplessi e ragazze con cui trastullarsi (Lei ballerà la lap dance. In cucina con i pacchi, Breaking Bad. Muove il culo per il cash. Baby, sai che ho quel savoir-faire...), al punto che già in passato è stato oggetto di critiche feroci e additato come un cattivo esempio per i giovani. C’è da dire che il ragazzo (33enne) non ha mai nascosto un certo talento per lo scandalo e il linguaggio sopra le righe; in più è stato protagonista nei mesi scorsi di una rissa a suon di rime con il “nemico” Fedez: un dissing acchiappalike che ha infiammato i rotocalchi dell’estate perché citava pure la Ferragni («Go, go, la Chiara dice che mi adora»), e da ex membro della Dark Polo Gang sa come attirare l’attenzione su di sé. Fa lo show e finché si tratta di contesti non istituzionali...
L’IPOCRISIA DEM
Ma il concertone del Circo Massimo è organizzato dal Comune di Roma, città che si presta a ospitare milioni di pellegrini in arrivo per il Giubileo, ma se anche non fosse per una questione di riverenza nei confronti della Chiesa, il caso è scoppiato perché proprio quel Pd di cui Gualtieri è un esponente di livello, un giorno sì e l’altro pure si premura di fare sapere al mondo che il nostro è un Paese in cui vige ancora il «patriarcato», il governo Meloni è maschilista e non fa nulla per le donne e solo la sinistra ha il monopolio dell’attenzione verso la questione femminile. Da che pulpito. Ma l’apice dell’ipocrisia è stata raggiunta dalla medesima amministrazione a guida dem con la decisione di invitare il romanissimo Tony Effe a esibirsi sul palco di Capodanno mentre alle sue spalle i maxi schermi avrebbero proiettato i messaggi della campagna #NessunaScusa per ricordare «a tutti i romani e a tutte le romane che la responsabilità di porre fine alla violenza è collettiva e che ognuno può, e deve, fare la sua parte per la parità e contro ogni forma di abusi e discriminazioni», ha dichiarato lo stesso Gualtieri nel presentare l’iniziativa lo scorso 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione contro la violenza sulle donne.
Insomma, un pasticcio che grida vendetta: da una parte si chiama un artista noto per i suoi brani giudicati sessisti e misogini, dall’altra si spera di lavarsi la coscienza diffondendo in piazza il messaggio della campagna anti-violenza. E tutto questo deve avere impegnato molto i geni del Campidoglio, i quali però ora, sono sommersi dalle critiche delle stesse donne del Pd e delle associazioni che si occupano di violenza di genere, per non parlare delle consigliere degli altri partiti. Per cavarsi d’impaccio, ieri il Campidoglio ha fatto sapere di avere chiesto «un passo indietro» a Tony Effe, il quale invece da romano puntava a quel palco come consacrazione nella sua città. A suo sostegno si sono schierati alcuni colleghi (e colleghe), assicurando che «Tony è la persona più buona e gentile sulla faccia della terra» e i testi delle sue canzoni «non rispecchiano la sua natura».
IL BALLETTO DI ELLY
Negli uffici di Palazzo Senatorio dove fino a ieri ci sono state lunghe trattative tra i fedelissimi del sindaco, qualcuno del Pd ha perfino fatto circolare un video della segretaria Elly Schlein che ballava scatenata la hit di Tony Effe e Gaia Sesso e Samba, come a dire: «Sono solo canzoni, anche a Elly piacciono, non fate i moralisti». Insomma, sinistra lacerata tra il politicamente corretto e il rischio di incappare nella censura come si rimprovera a quei cattivoni delle destre. In più, il contestato trapper è già stato annunciato tra i big che saranno al Festival di Sanremo e allora come la mettiamo? Su questo è intervenuto il sempre pronto Codacons che in una nota ha avvertito: «Se sarà bloccata l’esibizione di Tony Effe al concertone di Capodanno a Roma, la stessa misura deve valere anche per il prossimo Festival di Sanremo dove il rapper, nonostante i suoi testi violenti e sessisti, è stato accolto a braccia aperte dalla Rai e da Carlo Conti». Da Viale Mazzini, per ora, nessuna replica. Mentre sull’eventuale esclusione per la notte del 31 dicembre i consiglieri di minoranza sono pronti a chiedere che «l’amministrazione eviti di pagare eventuali penali che sarebbero a carico dei cittadini romani». Per Federico Rocca di Fdi, «chi sbaglia paghi: il sindaco Gualtieri o l’assessore alla Cultura, Alessandro Onorato». Ma il contratto tra l’artista e il Campidoglio non sarebbe stato ancora firmato. E nel dibattito è intervenuto il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, parlando di «spacciatori di violenza strapagati». Insomma, il copione dello show è ancora tutto da scrivere.