Arrampicata sul vetro
Propaganda Live, il finto "Mea Culpa" di Filippo Ceccarelli: "Su di me un fanatismo interpretativo"
A una settimana da quell'insulto rivolto al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Filippo Ceccarelli è tornato a Propaganda Live per fare marcia indietro. O forse no. Nel programma in onda su La7 condotto da Zoro, il giornalista era intervenuto per parlare di Atreju, la storica festa organizzata da Fratelli d'Italia. Ma, nel ripetere in continuazione il termine "Atreju", gli era scappato un "Atroi***". Ecco, non proprio un complimento rivolto al premier. Da quel momento, tantissimi esponenti di FdI - ma non solo - avevano condannato l'epiteto di Ceccarelli, costringendolo a scusarsi per quel termine sopra le righe.
"Filippo hai fatto un casino, veramente", ha esordito così Zoro rivolgendosi a Ceccarelli. Ne è seguito poi la rimessa in onda di quell'estratto di trasmissione, dove lo scrittore insultava Giorgia Meloni. "Io ho fatto già un Mea Culpa - ha spiegato Ceccarelli -. È un errore, ma non era una battuta, non era un offesa, non era un epiteto. Era l'inciampo della lingua. Erano tre vocali che sono andate storte. Mi è scappata, sono cose che succedono anche se non dovrebbero succedere... succedono anche ai migliori, ai peggiori".
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Da qui, Ceccarelli ha elencato una serie di personaggi - ci scuserà: un tantino più rilevanti di lui - che sono incappati in errori comunicativi. "Pensa che ci fu Sandro Pertini che in un discorso di fine anno accusò uno stato centro-americano invece di un altro - ha ricordato il giornalista -. Berlusconi è stato uno specialista, da Romolo e Remolo in poi: sbagliava persone, sbagliava stati e personaggi anche all'estero. Conte, quando era presidente del Consiglio, disse: 'Io che sono il presidente della Repubblica'. Poi Salvini si è sentito chiedere da Lucia Annunziata durante un'intervista: 'Com'è che lei ha indossato questo coglionc*** a collo alto?'. Lo stesso governo, questo qua, ne ha fatte tante. Sangiuliano ne ha infilate due o tre di seguito. Dal compianto Luca Giurato fino a Matano, sono cose che succedono a tutti. Nel mio caso naturalmente c'era pure la parolaccia di mezzo, però io ho notato effettivamente un qualche fanatismo interpretativo. Anche un po' un ingigantimento strumentale. Cercherò di stare - ha concluso - un po' più attento".