Di Martedì

Calenda-Storace, lite a Di Martedì: "Datti una calmata eh..."

Roberto Tortora

Serata di diversi scontri a Dimartedì, programma di approfondimento politico di La7 condotto da Giovanni Floris. Prima Elisabetta Piccolotti, di AVS, contro Italo Bocchino, direttore editoriale del Secolo d’Italia, dopodiché anche Carlo Calenda, leader di Azione, contro Francesco Storace, ex-ministro della Salute nel Berlusconi Ter. Quest’ultimo non gradisce i giudizi sul governo da parte dell’avversario politico: “Non ho parole, è come se agli americani chiedessero un giudizio sulla Carfagna e sulla Gelmini che t'hanno lasciato, la classe dirigente, gli scontri con Renzi, quello che combinavate. Bisogna essere anche prudenti quando si danno giudizi sugli altri, perché poi arrivano anche i giudizi su di voi. E non lo dico per partito preso, perché anzi per Calenda ho avuto anche spiccate simpatie su posizioni coraggiose, però non è che si può dire sempre di tutto sugli altri leader politici, perché sennò diventano smargiassate. Ho sentito l'altro giorno una cosa che hai detto alla Meloni, che "dovrebbe prendere Urso a pedate", ma rispetto alla rivolta sociale di Landini che differenza c'è?”.

La risposta di Calenda è piccata: “Primo: credo che ti sfugga quello che ho detto, che il giudizio lo ha dato Salvini, solo che non sapeva su cosa lo dava, cosa che gli capita un giorno sì e l'altro pure. Secondo: Urso va cacciato, va preso a pedate, perché a settembre di quest'anno diceva ‘raggiungeremo un milione di veicoli’ e ha preso per i fondelli i lavoratori italiani senza fare assolutamente nulla. Per quanto riguarda la rivolta sociale di Landini, mi dispiace, ma non me ce pigli come diciamo a Roma, perché io l'ho criticata quell'espressione, perché non vuol dire niente”.

 

 

Storace lo incalza: “Poi fai il contrario però. Non è il mestiere tuo il centro sociale, lascialo fare a Landini”. Calenda controreplica: “Io non faccio nessun centro sociale, io do le mie opinioni. Se devo dire che Landini sbaglia lo dico, a te non ho sentito mai una volta dire che uno di destra ha sbagliato”. Storace lo stronca: “Quando danno ragione a te”. Calenda, stizzito, la chiude male: “Posso chiederti una cosa? Ma quest'atteggiamento da bulletto fascista secondo te a me fa impressione? Datte na calmata, stai buono e rispondi nel merito perché fai ridere”.