A cuore aperto
Domenica In, Carlo Verdone si confessa a Mara Venier: "Che cosa mi rende molto triste"
Carlo Verdone è tornato a farsi vedere in televisione. Questa volta l'occasione era presenziare a Domenica In, il talk show di Rai 1 condotto da Mara Venier. L'attore romano ha raccontato la sua carriera cinematografica e la sua vita privata, svelando anche qualche aneddoto rimasto ancora nascosto ai più. "Mi innamorai dei Beatles sentendo la canzone 'Twist and Shout' e decisi che volevo approfondire la conoscenza di questo gruppo - ha confessato Verdone -. Per comprarmi i dischi 'rubavo' i soldi a mamma, gli chiedevo a papà e a zio, ho fatto di tutto".
"Secondo me, prima, si stava meglio ma non lo voglio mai dire perché bisogna anche comprendere e osservare il momento presente con difetti, mitomanie, ironie e comicità, bisogna stare sul pezzo - ha proseguito l'attore -. Io racconto tante cose perché la vita l'ho affrontata sempre in modo dinamico, ne ho viste così tante che tutto è stato un aiuto per i miei film. C'è sempre da osservare e imparare ma, oggi, mi sembra che siamo tutti un po' distratti, non capiamo nemmeno i problemi che hanno gli altri e, quindi, noi comici dobbiamo cercare di portare il bello e - ha aggiunto - il meno bello nei film".
Infine Verdone ha spiegato ai telespettatori che cosa significhi per lui la malinconia. "Io non credo a quelli che ridono dalla mattina alla sera, indossano delle maschere. Io ho dei momenti in cui sono triste ma questa tristezza non la definirei depressione perché, poi, mi passa - ha sottolineato l'attore -. Tante cose mi mettono malinconia, soprattutto quando si perde una persona casa. Ultimamente mi intristisce molto la cronaca nera, c'è un momento di deragliamento, ogni giorno succede qualcosa. Anche quando ripenso al passato in cui ho vissuto tante cose belle che, magari, non ritorneranno più. Secondo me il periodo in cui sono stato più felice è quello che va dai 15 ai 23 anni perché la vita era diversa, c'era più condivisione, aggregazione, si stava insieme e c'era meno violenza. Avevamo tanti amici, non c'era la diffidenza che c'è oggi e, poi, c'erano degli ideali. I miei amici adesso sono persone molto semplici, vere perché nel nostro ambiente non è facile capire - ha concluso - di chi ti puoi fidare".