L'antennista

David Parenzo sul punto di crollare, serve un lettino: un incubo in diretta per il conduttore

Claudio Brigliadori

Le ultime, difficili 48 ore di David Parenzo. L’aria che tira si trasforma in un grande seduta psicanalitica in diretta. Un gigantesco lettino su cui si siedono, a turno, il conduttore e pure gli ospiti, perlomeno quelli usciti con le ossa rotte dalle elezioni Usa. Mercoledì mattina, reduce dalla maratona trumpiana, il buon David conduce con gli occhi sbarrati, il ritmo è più lento del solito, ogni tanto sembra fissare qualcosa nel vuoto. Forse è il sogno della sinistra italiana andato in frantumi.

A fine puntata, colpo di teatro: esce mesto di scena prendendo sotto braccio il cartonato gigante di Kamala Harris. Le luci sfumano lentamente, sulle note di Living in America. Se le presidenziali erano un ring, Parenzo pare uscito suonato come un pugile in disarmo.

Si arriva a giovedì, the day-after. Il padrone di casa tenta il riscatto, entra volitivo accompagnato da Cosa succede in città di Vasco Rossi, sigla stagionale che assume un valore “resistenziale” alla luce delle ultime bizzarre esternazioni da icona antifascista del Blasco. Duce, Donald, la stessa pasta per certi opinionisti.

 

«Mandiamo a tutto schermo questa grande foto. Torna Trump e in Europa i sovranisti rialzano la testa», annuncia Parenzo. La “grande foto”, guarda un po', è la stessa scelta da Repubblica: un primissimo piano del neo-presidente americano, un suo sguardo intenso che pare diventato, oggi, il nuovo simbolo del male. Nel pomeriggio (ma questo è andato in onda in radio, non in tv), a mandare nuovamente ko David sarebbe stato il sodale Cruciani, che l’ha simbolicamente accolto a La Zanzara con un urlatissimo «Gli abbiamo fatto un c***o così!» per poi concludere in stile: «Hanno perso quelli del politicamente corretto. Tiè!». David, quel gesto dell’ombrello è anche per te.