Dalla Gruber
Giannini contro Elon Musk, "oligarca in chief": "Un esperimento mai visto nella democrazia"
Forse a sinistra hanno capito che demonizzare Donald Trump, finite (e perse) le elezioni che lo hanno riportato alla Casa Bianca, risulta inutile se non deleterio. E così i cecchini stanno già mettendo nel mirino il nuovo nemico: Elon Musk.
A Otto e mezzo, ospite di Lilli Gruber a La7, c'è Massimo Giannini, editorialista di Repubblica che fino all'ultimo, a metà della notte elettorale di martedì, ha provato a sognare la vittoria di Kamala Harris. Non è andata così.
Leggi anche: Italo Bocchino spegne in tv Giannini su Trump e Meloni: "Deriva autoritaria? Ma che dici?!"
"E' l'economia che alla fine conta. Però questa volta gli americani hanno votato non solo con il portafoglio", riflette la Gruber chiedendo conto a Giannini dell'effetto dei possibili dazi americani alle importazioni dall'Europa.
"Non c'è dubbio che anche in questo caso il fattore economico abbia molto pesato - spiega Giannini -. Biden ha lasciato una economia in grande salute ma dal punto di vista dei fondamentali, i dati statistici. La crescita del Pil, l'occupazione, i dati in Borsa. Quello che ha inciso ancora una volta è stata l'incapacità di fronteggiare l'aumento dei prezzi al consumo. Dal latte al food a tutti i beni di prima necessità è aumentato tutto del 20%. Io credo che su questo punto Biden ha fatto troppo poco e l'ha pagato".
Verrebbe quasi da pensare che per una volta, insomma, non è colpa del "popolo bue". "Rispetto al 2016, l'americano medio, il forgotten man, soprattutto il maschio bianco del Midwest devastato dalla globalizzazione e dalla delocalizzazione, ha gli stessi problemi di allora. Ed è lì, in Michigan, in Pennsylvania, in Wiscosin, che Trump ha vinto. L'americano medio chiede ancora la protezione che neanche Trump gli ha dato".
"La gente dice - corregge il tiro Giannni -: la sinistra democratica, l'elite democratica del popolo e ne frega. E allora vota Trump, che è un miliardario che per prima cosa abbasserà le tasse per i ricchi. Però lui gli dice: io sono Mister Fix It, ci penso io. E' la percezione che punta a guardare Trump come il commander in chief. Affiancato dall'oligarca in chief, Elon Musk".
Secondo Giannini "assisteremo a un esperimento di democrazia che non c'è mai stata in Occidente. Il connubio dal potere politico di un miliardario che vince tra i ceti popolari e un uomo che ha una leva mediatica formidabile, e non è il solo... Penso che un social come Twitter nel coltivare quel fiume di rabbia faccia cambiare lo spirito di una Nazione. E l'America è cambiata come è cambiato Israele".
Massimo Giannini e Musk, guarda qui il video di Otto e mezzo