Da non credere

Massimo Cacciari la spara grossa sulla Liguria: "Chi ha vinto? Sono cose allucinanti..."

Roberto Tortora

Seppur con il premio del partito più votato il Liguria, con il 28,47% e nel Comune di Genova con il 29,72%, il Partito Democratico e tutta la coalizione di centrosinistra devono leccarsi le ferite dopo averle perse le elezioni regionali, che hanno visto trionfare il neo-governatore Marco Bucci. A Dimartedì, talk di approfondimento politico di La7, condotto da Giovanni Floris, si prova a fare un’analisi della sconfitta e il conduttore chiede all’ospite in collegamento, l’ex-sindaco di Venezia Massimo Cacciari, “cosa la sinistra non ha capito del Paese”, visti i risultati elettorali liguri.

Questa l’analisi del filosofo Cacciari: “Il risultato della Liguria è l'aumento delle astensioni, prepotente addirittura in alcune province, quella è la cosa su cui dovrebbero tutti riflettere. Qui chi ha vinto? Ci si rende conto che governerà una persona, bravissima per carità, che rappresenta il 25%, ma neanche, il 20% degli aventi diritto? Cioè, sono cose allucinanti”. Floris, allora, diventa più specifico e chiede: “Quando i diversi leader del centrosinistra si oppongono all'alleanza dicono proprio che non ci può essere un piano unico che tenga insieme Renzi e Conte. Qua si ha un errore di ottica, nel senso che si confondono i leader con l'elettorato, o si dice qualcosa di profondamente vero, che non c'è un elettorato che può stare insieme?”.

 

 

Cacciari, allora, dà la sua ricetta perché l’opposizione torni ad essere forte: “Le diverse forze politiche dell'opposizione dovrebbero stabilire ognuna la propria strategia, su questa base si può misurare la compatibilità o meno, chi può stare insieme e chi no. Senza prendere in giro gli elettori fingendo di stare insieme, semplicemente per cercare di vincere e poi chi più vive più vedrà e vediamo cosa fare, non è possibile questo. Prima di tutto ognuno ha la responsabilità di definire una propria linea, su queste linee è possibile un compromesso che tenga? Questo è fare politica”.