Rossi

È sempre cartabianca, Elly Schlein torturata in diretta: cosa le mostrano

Claudio Brigliadori

Povera Elly Schlein, ormai sembra essere diventata una sinistra abitudine: costringere la segretaria del Pd a guardare in diretta i dati dei sondaggi che impietosamente smontano il suo progetto di campo largo. L’alleanza con Matteo Renzi sulla pira, al rogo come una Giovanna d’Arco in salsa progressista. Una “cura Ludovico” politico-televisiva che perfino quel sadico di Stanley Kubrick avrebbe risparmiato a quel teppistello incallito di Alex.

Troppo crudele, troppo violenta. E invece Elly, forse nel nome del presenzialismo nei talk giudicato condizione inevitabile per provare a sfidare Giorgia Meloni, accetta perfino di buon grado, convinto che questa “fiera delle atrocità” possa giovare alla causa in qualche (bislacco) modo.

Giovedì scorso, la Schlein era ospite d’onore di Corrado Formigli a PiazzaPulita e la regia di La7 indugiava sull’amaro sorriso stampato sulla sua faccia, occhi sbarrati a guardare il video-wall in studio, e di fronte i numeri devastanti sul ritorno di Italia Viva nel centrosinistra. Un “no” quasi urlato dagli elettori d’area, a fronte di settimane di prudenti ma progressivi, arditi tentativi di riavvicinamento. La figura barbina, con tanto di messa alla berlina sui social e fermo-immagine della leader, non è bastata e viene replicata martedì su Mediaset, a È sempre CartaBianca.

 

Forse maggiormente preparata e consapevole dei rischi, la Schlein assiste quasi impassibile al nuovo sondaggio, diverso ma medesimo ne risultato. Il no a Renzi è secco e inequivocabile. Ma lei non molla: «Dobbiamo costruire un’alleanza non sui nomi ma sui temi. Io ne ho proposti cinque concreti: sanità pubblica, scuola e ricerca, lavoro e salari, politiche industriali e clima e diritti». Andiamo avanti così, le direbbe Nanni Moretti, facciamoci del male.