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Christian Raimo dopo la sceneggiata fugge dagli studi La7? Occhio allo stemma sul suo zaino
A un certo punto della mattinata, Christian Raimo decide di mettere in scena il suo spettacolino antifascista fingendosi "martire" di un dibattito sporco, brutto e cattivo.
Il professore di sinistra, ospite di David Parenzo a L'aria che tira, su La7, monopolizza la trasmissione per un quarto d'ora buono discettando degli scontri tra collettivi studenteschi e poliziotti a La Sapienza, permettendosi il lusso di avere dei dubbi sui 27 agenti feriti e assicurando che a sinistra è praticamente esclusa ogni indulgenza nei riguardi della violenza politica. I presenti in studio, tra cui Annalisa Chirico, gli fanno notare che i poliziotti non si sono fatti male da soli, che ci sono i referti medici e che a sinistra, qualche problemuccio con anarchici e black block negli ultimi anni li hanno avuti. Risposta di Raimo? Sempre uno occhio strabuzzato, una bocca spalancata, una scrollata di spalle.
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Poi però la situazione degenera e quando le contestazioni iniziano a piovergli sul capo da ogni angolazione, lui prende penna e quaderno ed esce dallo studio. Per qualche minuto, resta comunque nei camerini di La7 inseguito da un cameraman, che lo riprende con il suo zaino in spalla mentre parla con gli assistenti, si lamenta, si sbraccia, in qualche caso urla a microfoni spenti mentre gli altri ospiti, a pochi metri di distanza, stanno tentando di continuare il dibattito con toni pacati.
Il prof sembra un leone in gabbia. Attende che qualcuno lo richiami, mentre Alessandra Moretti lo sbertuccia ("Non diamogli spazio") e Alessandro Cecchi Paone continua a urlargli contro ("Ma basta", "Fatelo tacere"). Ai telespettatori, non resta che fissare le spalle di Raimo e il suo zainetto da universitario fuoricorso, con tanto di stemma di Ultima generazione orgogliosamente appiccicato sopra. A favore di telecamera, ovviamente.