Cala il sipario

Ciao Darwin, l'addio di Paolo Bonolis e il mistero: cosa sta succedendo a Mediaset

Daniele Priori

E così è finito, definitivamente, pure Ciao Darwin. Qualcosa che era nell’aria da quest’estate, quando erano filtrate notizie dalla festa di fine riprese della nona edizione, andata in onda negli ultimi mesi, dello show più longevo di Paolo Bonolis. Una carrellata di immagini lungo un quarto di secolo di televisione. Davvero non poco. E poche parole di ringraziamento a ciglio vagamente umido per il conduttore approdato alla televisione dalla mitica tv dei ragazzi di Bim Bum Bam ormai quarant’anni fa. «Se non sbaglio tutto è cominciato nel lontano 1998, termina nel 2024 e tante persone dovrei ringraziare di questo lungo percorso» ha detto Bonolis.

«Vi ringrazio per essere stati così tanti e così sempre con noi. Poi vorrei ringraziare due persone per me fondamentali in questa produzione. La regia di Roberto Cenci, e perdonatemi, ma il ringraziamento più grande al termine di una storia che è durata quasi 30 anni va al maestro Luca Laurenti» non senza una dedica particolarmente sentita alla figlia 21enne Silvia, presente in studio con la mamma ed ex moglie del conduttore, Sonia Bruganelli.

STAGIONI ALTERNE
Una traversata d’epoche televisive, quella di Ciao Darwin, iniziata 26 anni fa e proseguita a stagioni alterne, nel corso delle quali si sono succedute 103 puntate alle quali hanno partecipato 9390 concorrenti, 34 Madri Natura e pure cinque Padri Natura. Qualcuno l’ha definita vintage, altri l’hanno osannata come esempio di una televisione libera dal politically correct capace di tenere botta, grazie alla maestria oratoria del suo conduttore-vate, persino in quest’epoca in cui giocare con le parole e coi corpi è diventato sempre più difficile. Fatto sta che la premiata ditta Bonolis-Laurenti-Cenci si è presentata agli spettatori con un invito netto, evangelico, ribadito in tutti gli spot: Giovanni 8.7. 

 

Che significa: chi è senza peccato scagli la prima pietra. Del resto Paolo Bonolis ha abituato sempre il suo pubblico al doppio registro. Esilarante e scherzoso, ma anche capace di un eloquio dotto e forbito fino alla profondità di una trasmissione come Il senso della vita, fondamentalmente un talk di seconda serata, andato in onda tra il 2005 e il 2011 su Canale 5, richiamato in questi giorni alla memoria, quasi a voler fare una mezza proposta, dall’ad Rai, Roberto Sergio che a inizio febbraio fa ha aperto a un possibile ritorno in Rai di Bonolis citando proprio come possibile approdo il rilancio di un format simile a Il senso della vita. È stato, però, lo stesso Bonolis, ancor prima dell’addio ufficiale a Ciao Darwin andato in onda venerdì sera, a far capire che tutto sommato neppure quella ipotizzata da Sergio possa essere la soluzione. Perché se è invecchiato, nonostante gli ascolti sempre lusinghieri, un game-show come Ciao Darwin, ancor più lo è un programma fondato su parole e racconti che, ha detto Bonolis a TvBlog, oggiandrebbe riscritto in maniera differente.

UNICA CERTEZZA
Nella stessa intervista il conduttore aveva lasciato invece grossi spiragli per la sua trasmissione quotidiana Avanti un altro. L’unica certezza è la scadenza del contratto di Bonolis con Mediaset. Non ancora quale sarà l’approdo. Che potrebbe essere una conferma a Mediaset, un clamoroso ritorno in Rai, con qualcuno che lo vede già proiettato verso la direzione artistica e la conduzione del prossimo Festival di Sanremo, anche se , proprio lui, ha detto in settimana di non essere stato cercato da nessuno in zona Ariston «quindi è inutile parlarne». C’è anche chi addirittura lancia l’ipotesi che al momento sembra meno probabile di un passaggio sul Nove: «L’importante è non fare la fine della sora Camilla» ha scherzato Paolo, Che però, a giudizio di tutti, questo rischio non lo correrà affatto. A lui la scelta sul suo futuro. Assieme al merito che, al termine di una trasmissione lunga un quarto di secolo gli va riconosciuto, di non essere mai autoreferenziale. Semmai oltremodo tagliente nell’ironia. Ma soprattutto con il sano vizio di pensare, fermarsi a riflettere, cercare idee nuove per restare presente, senza banalizzarsi. Una bella lezione di televisione e di vita.