Scivolone

Amadeus, la caduta in studio prima della serata finale: attimi di panico a Sanremo

Claudio Brigliadori

Dalla caduta di stile con John Travolta e il Ballo del qua qua alla caduta e basta. Per fortuna, solo sfiorata. Amadeus ha rischiato di condure la finalissima del suo quinto Festival di Sanremo con una bella stampella. Colpa della cera passata sul pavimento dello studio di Italia Sì, dove è stato ospite ieri pomeriggio poche ore prima dell'appuntamento clou all’Ariston.

Un mesetto fa esatto, peraltro, era andata peggio a Tiberio Timperi, finito col sedere per terra per lo stesso motivo ma nello studio dei Fatti Vostri. Per l’occasione, Marco Liorni si è trasferito da Roma in Riviera, e da piazza Colombo fa il colpaccio, ricevendo la visita dell’amico Ama. Quando fa l’ingresso in studio, il direttore artistico ha un momento di incertezza quando la scarpa slitta sul pavimento. Con la prontezza di riflessi e il sangue freddo di chi ha dovuto sorbirsi i musi lunghi di un superospite internazionale e pure una mancata liberatoria, se la cava con un sorriso e una battuta: «Se cado adesso è la fine. Si scivola sul serio».

 

Tornata la calma e fatto un bel sospiro, arriva il momento dei bilanci: «Volevo portare i giovani a vedere il Festival, e i dati dicono che i giovani sono l’80%. La musica a Sanremo oggi piace anche a loro». Un quinquennio di ascolti incredibili e in crescendo, polemiche in grado di dettare l’agenda alla politica ma soprattutto, dal punto di vista musicale, un prodotto capace di lanciare nuovi trend, nuovi tormentoni, nuovi personaggi e protagonisti. Un nome su tutti: i Maneskin. E quando Mauro Coruzzi lo provoca di restare altri due anni per vedere se la famosa crisi del settimo anno corrisponde a verità, Amadeus ha gentilmente declinato: «No, qui ho finito. Spero di fare altre cose».