Rieccolo
Soumahoro torna a frignare in tv: "Cannibalizzato, ma sono qui. Non è l'Ungheria"
Aboubakar Soumahoro ospite di David Parenzo. Il deputato, ex Alleanza Verdi-Sinistra italiana, torna in tv dopo una luinghissima assenza e viene accolto a braccia aperte dal conduttore de L'Aria Che Tira: "Non va mai in TV, sono contento che sia qui. Dopo tutto quello che è stato scritto, detto...", esordisce presentandolo e ricordando "solo una cosa": "Lei non ha mai ricevuto avvisi di garanzia né ha subito nessun processo". Immediata la replica del parlamentare finito nell'occhio del ciclone, dopo che moglie e suocera sono state rinviate a giudizio. "Dopo la campagna di cannibalizzazione politico-mediatica sono qui - risponde Soumahoro -. Giudicatemi per quello che faccio, non siamo in Ungheria", afferma Soumahoro.
Dello stesso parere il giornalista: "Giudicatelo per quello che dice qui. Nella sua vicenda lui è pulito. Le persone indagate sono moglie e suocera, non lui. Siccome siamo garantisti, dobbiamo dirlo". Conclusa la parentesi sui guai di famiglia del deputato, si passa alla vicenda che sta scuotendo l'Italia: la detenzione in Ungheria di Ilaria Salis. L'attivista è stata arrestata con l'accusa di aver partecipato a un'aggressione a militanti neofascisti nella capitale ungherese. Nel giorno della prima udienza la 39enne è stata portata nell'aula di tribunale con le catene e legata mani e polsi.
"Di fronte a una forma di disumanizzazione, di barbarie, di violazione di ogni principio e valore umano, perché il governo non è intervenuto fino a oggi? Perché questo silenzio?", "perché non è stato convocato l'ambasciatore?" si chiede Soumahoro, scordando forse che l'ambasciatore è stato richiamato dalla Farnesina. E ancora: "Meloni non dovrebbe avere più rapporti con Orbán. Il tema di Ilaria dovrebbe essere posto come principio e senza una soluzione, non dovremmo più avere rapporti. Questo è il tema". Insomma, per Soumahoro ora è colpa del governo. Una tesi sostenuta anche dalle altre opposizioni, che cavalcano l'onda del caso per tirare in ballo il premier.
"Indegno nel tribunale di un Paese di cui Giorgia Meloni si vanta di essere amica", accusa Francesco Silvestri, capogruppo dei 5 Stelle alla Camera a cui fa eco Anna Ascani, vicepresidente dem della Camera: "Ma cosa altro occorre aspettare per un intervento serio, deciso, efficace che ponga fine al trattamento disumano di Ilaria Salis in Ungheria?".