A Tagadà
Mara Carfagna, il messaggio ai magistrati: "Non sottovalutare niente"
Mara Carfagna, ex ministro delle Pari opportunità e ora deputata di Azione, ha parlato di violenza sulle donne e femminicidi nel salotto di Tiziana Panella a Tagadà, su La7, nella puntata del 24 novembre. Dopo il caso di Giulia Cecchettin, "confermo quello che dicevo e che pensavo. Credo ci sia un problema di formazione a tutti i livelli, è necessario formare la magistratura sulla violenza di genere. Non bisogna sottovalutare nulla".
"Dietro la donna che chiede aiuto, in strada come in commissariato, a un amica, o in famiglia", prosegue la Carfagna, "si può nascondere un potenziale femminicidio”, così Mara Carfagna, deputato di Azione. "L'allarme sociale va elevato. Non va sottovalutato alcun dettaglio”, ha concluso. "Quante sentenze della magistratura ci hanno lasciato esterrefatti. Vittime che non sono state credute, la sentenza sulla 'palpata breve', eccetera. Ci sono delle sacche che fanno ancora fatica a riconoscere i segni di violenza".
Qui l'intervento di Mara Carfagna a Tagadà
Quindi la deputata di Azione si infervora sulle donne di Israele stuprate e uccise: "Sono profondamente indignata per non aver sentito in Italia una parola chiara di condanna contro la barbarie che è stata commessa ai danni delle donne israeliane il 7 di ottobre", ha aggiunto. "Dispiace constatare, e lo dico alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, come il mondo del femminismo italiano non abbia speso una parola su questo, mentre il mondo del femminismo francese ha rivolto un appello perché gli stupri e le atrocità commesse contro donne, bambine e anziane israeliane il 7 di ottobre siano considerati stupri e femminicidi di massa".
"In Italia questo non è successo, eppure ci sono immagini, spaventose, agghiaccianti, di donne stuprate, uccise, bruciate. Perché su queste donne non è stata detta una parola? Perché sono israeliane? Perché sono ebree? Chiedo perciò che anche il mondo del femminismo italiano dica una parola chiara, perché non ci sono stupri di serie A e stupri di serie B".