Ma si può?

Tg1, la censura di Corriere e Repubblica: ecco cosa nascondono

Una dimenticanza, una forma di snobismo o una subdola censura? Il direttore del Tg1 Gianmarco Chiocci intervista in esclusiva Papa Francesco, il telegiornale di Rai 1 fa il pieno di ascolta ma toh, sorpresa, Corriere della Sera e Repubblica non si degnano di dedicare al fatto nemmeno una misera riga. Il sospetto è forte: non sarà forse una specie di rappresaglia perché Chiocci è "in quota Meloni"?

Chiocci aveva intervistato il pontefice anche quanto dirigeva l'agenzia Adnkronos. L'esclusiva al Tg1 conferma il suo feeling con il Vaticano e la bravura dimostrata in molti anni da cronista puro. Bergoglio regala frasi molto dure, significative, su quanto sta accadendo nel mondo e anche in Italia. Per esempio, quella sul pericolo dell'antisemitismo: "L’odio c’è ancora. È nascosto", scandisce il Santo Padre. Un faccia a faccia molto intenso salutato come "un esempio di servizio pubblico" anche da Filippo Sensi, ex spin doctor di Matteo Renzi, oggi deputato del Pd e non certo tacciabile di simpatie per il governo o per la "nuova" viale Mazzini. 

 

Eppure, dell'intervista il Corriere della Sera riprende solo quella frase (e a pagina 10). Tanto che, come riporta il Giornale, "uno dei tanti addetti ai lavori, stupito dalla sottovalutazione giornalistica" arriva a malignare: "L’hanno chiuso prima delle 22? Se il Papa l’avesse intervistato Fabio Fazio ci avrebbero aperto il giornale". Tanto più che i numeri del Tg1 sono stati pazzeschi: 5 milioni di telespettatori in prime time e share del 27 per cento

 

E Repubblica? "Difficile fare peggio, ma c’è riuscita: le frasi del Pontefice finiscono nel titolo e nel pezzo della corrispondente da Berlino in un pastone sull’antisemitismo. Niente pezzo dedicato da Roma, niente foto di Bergoglio con Chiocci (di cui si dimentica pure il Corriere), niente di niente", scrive sempre il Giornale sottolineando però che 5 pagine dopo il quotidiano diretto da Maurizio Molinari dedichi un articolo alla crisi degli ascolti della tv pubblica.