Letterina
Che tempo che fa, Luciana Littizzetto provoca: "Vaff***, mer***"
Torna Che tempo che fa, con Fabio Fazio traslocato dalla Rai a Discovery senza cambiare di una virgola la cifra stilistica e politica del suo salottino radical-chic. E torna anche la sua spalla Luciana Littizzetto, con la classica "letterina"-monologo spedita ai telespettatori e, stavolta, non più ai dirigenti di viale Mazzini ma ai nuovi "capi". I fan saranno rassicurati: la comica torinese promette di picchiare duro contro Giorgia Meloni e il centrodestra.
"Cara Nove - esordisce Lucianina -. Mettiamo le mani avanti Fabio, così se ci cacciano anche da qui, lo sappiamo da subito e non svuoto neanche la valigia. Carissimo Il Nove, Dear channel nine, mon chere chanel neuf, amigos de la nueve e muchachos de la Warner Bros. O Pio nove, che sei nove come le sinfonie, nove come il gioco dei nove, e nove come le nove settimane e mezzo, meno mezzo".
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Al di là che nessuno ha cacciato Fazio e Littizzetto, che hanno pensato bene di accettare l'offerta milionaria di Discovery prima di affrontare il tema-contratto con la Rai, la Littizzetto prosegue la sua litania: "Eccoci qua come Ambra a dire: Non è la RAI. Eccoci qua, tra una Benedetta Parodi che glassa torte e una dottoressa che schiaccia i brufoli, sperando che gli studi siano molto distanti fra loro… Cara piccola Nain. Io te lo dico. Preparati. Sappi che voglio togliermi tutti i sassolini che ho nelle scarpe, che dopo decenni sono diventati grossi come nuraghi. E sappi anche che dirò le parolacce, ne ho un silos pieno con tutte quelle che non ho potuto dire in tanti anni di Rai…
Scegli tu: o ne dico una per puntata o mi dai uno speciale in prima serata di tre ore e mezza dove le dico tutte in fila… Pensa che ho ancora dei resti di vaffanc***o dell’anno scorso, due porca trota, e ancora tanti e tantissimi mer***a."
"Sappi che parlerò di er Meloni e dell’opposizione che la combatte ogni giorno, ma oltre che di Salvini parlerò anche della Schlein…e del suo fantastico modo di esprimersi che certamente avvicinerà al partito democratico i ceti più semplici e proletari. Parlerò di Crosetto e di Pichetto, di Sangiuliano e dei libri che non ha letto.
Parlerò di Piantedosi che ama i migranti ma a piccole dosi, e anche di Giorgetti che toglie le tasse ai grandi e le lascia ai piccoletti. Parlerò del salario minimo, che sarebbe il minimo per vivere dignitosamente, e invece non serve a niente secondo il CNEL… o LA CNEL… … e parlerò del CNEL perché la sua esistenza è uno dei grandi misteri di questo pianeta insieme all’Area 51, Loch Ness e la veggente di Trevignano…"
"Parlerò di cose che fanno ridere, perché è il mio mestiere -si fa seria la Littizzetto -. Ma parlerò anche di cose che fanno male, perché è il mio mestiere anche quello.
Parlerò di femminicidi, perché dall’inizio dell’anno sono già state uccise 90 donne di cui 75 in famiglia e possiamo cambiare rete ma non smettere di denunciare questo orrore. Parlerò anche di morti sul lavoro, che sono 657 nei primi otto mesi dell’anno… più di uno al giorno, perché chissenefrega della sicurezza se bisogna fare soldi e farli in fretta. E parlerò di guerra. Di tutte le guerre. Ne parlerò come so e come posso, perché non sono un’esperta. Posso solo dire che la guerra distrugge sempre, mentre la prerogativa degli umani è quella di costruire. Ma ti giuro, caro Nove, che sarò sempre la parentesi minc***na della settimana. L’angolo della balenga. L’attimo di respiro dopo sette giorni in apnea. La finestra socchiusa in una camera piena di mangiatori di fagioli. E tu, Nove, accoglimi, fatti capanna. Fatti guscio, cofanetto, scrigno e portagioie. Sii la mia ostrica, e io sarò la tua pirla."