Eccallà
Diego Bianchi a Otto e Mezzo, fango sulla famiglia della Meloni: "Magari non lo sapevamo"
"Magari ha una famiglia di talenti e non lo sapevamo". Non poteva mancare il veleno di Diego Bianchi, in arte Zoro, sul caso di Giorgia Meloni e sua sorella Arianna, nominata a capo della segreteria politica di Fratelli d'Italia dopo una vita passata in politica, nella "sala-macchine" del partito. Nomina che però ha fatto gridare allo scandalo le opposizioni.
Il conduttore di Propaganda Live, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, parte con una battuta e poi prosegue: "Familismo, vittimismo, complottismo sono delle strategie che possono funzionare?", chiede la Gruber. "Giambruno lo conoscevo, sì, non sapevo che avesse una trasmissione. Ha avuto anche la sfortuna di cominciare a condurla nel momento in cui la compagna è diventata presidente del consiglio. Al posto suo sarei indispettito". "Stiamo facendo satira", domanda maliziosa Lilli. "No no, sennò penseremmo che fosse raccomandato, noi non stiamo dicendo questo anche se non conduce da 10 anni, no?".
E ancora: "Lollobrigida sarebbe una sitcom stupenda, spesso i problemi se li provoca da solo con le sue uscite". Le ironie sul ministro dell'Agricoltura, braccio destro della Meloni e marito di Arianna, sono un leit motiv della sinistra da mesi e Mister Propaganda non fa difetto.
"Giambruno raccomandato?". La battutaccia di Zoro a Otto e mezzo, guarda il video
Quindi, sulle politiche del governo Zoro/Bianchi critica anche i blitz: "Non bastano le operazioni come quelle di Caivano, bisogna ricordarsi di quei territori, sempre. Salvini chiedeva di mandare in carcere i genitori che non mandano a scuola i figli. Io chiedo: secondo voi il giorno dopo quei figli a scuola ci vanno? Io dico no". "E' nel decreto Caivano", ricorda la Gruber. Dimenticando che nel decreto c'è la revoca della patria potestà, sì, per i genitori che non mandano a scuola i figli, ma solo nei casi padre o madre facciano parte di organizzazioni criminali.