Toccare il fondo
Rai, lecito sputare contro le giornaliste: porcheria e vergogna
Quattro. Quattro giornaliste Rai aggredite e minacciate in cinque giorni è un record di una tristezza infinita. Per tre giorni, dai possenti ascolti del day time, sono circolati - a loop, nei siti e su tutte le testate d’informazione- gli attacchi, a volte feroci a brave colleghi intente a raccogliere notizie dal ventre della cronaca nera.
Un’imperlata di reati e di violenza imbarazzanti.
Per prima è toccata a Tatiana Bellizzi inviata di Ore 14 aggredita e presa a sputi dal fidanzato della figlia della coppia che ha ucciso e cosparsa d’acido Marzia Capezzuti, la milanese trattata come un animale e seviziata per anni in una casa in provincia di Salerno. Contestualmente, la stessa sorte è toccata a Barbara di Palma direttamente da La vita in diretta, alla quale l’aggressore di anni 23 addirittura, dopo sputi e offese, ha strappato il microfono, e «ha minacciato, ha urlato, ha fatto gesti viscidi (cioè ha mostrato le parti intime, ndr)» prima che intervenissero due vigilesse di passaggio. Risultato: la giornalista sconvolta, gli astanti terrorizzati, un bambino piccolo in macchina che piange terrorizzato, “bip” a raffica nel montaggio della scena ripresa. E l’umiliazione delle colleghe che raggiunge vette imbarazzante: la Di Palma crolla emotivamente, piange e si sente “sporca”; e il conduttore del programma Alberto Matano, condannando il brutale gesto, abbraccia da lontano la sua giornalista.
DI SANTI E MADONNE Giorno successivo, altro scenario: Trevignano, luogo della Madonnina a lacrimazione intermittente e della «veggente» Gisella, la bancarottiera fraudolenta che fa da dimafono – con tanto di testo corretto- alle dichiarazioni quasi omicidiarie di una Maria Vergine che le confiderebbe l’avvento di apocalissi sul Vaticano e di preti dalla mani mozzate. Qui, nella piana delle liturgie sovvenzionati dai fan, in mezzo ai fedeli che finalmente stanno chiedendo indietro i soldi del biglietto, ecco il marito della veggente che scatta. Placca la collega Filomena Leone sempre della Vita in diretta e le strappa il microfono.
Il giorno dopo la collega Arianna Giunti sempre Ore 14, autrice dello scoop sul sacerdote “sospeso” da cui promanerebbe l’ispirazione per il business della Madonnina piangente- viene raggiunta sul cellulare privato e minacciata brutalmente. Il minacciatore comunica con voce mafiosa a Arianna (che comunque, nonostante l’aspetto angelicato, reagisce come un pitbull) «Se mandi in onda il servizio chiamo il ministro apposito, i vertici Rai, il tuo direttore...». Tra l’altro, in questo momento, non c’è un direttore di Raidue, ma tant’è. Epperò il “ministro apposito” non si fa vivo ma la minaccia alla Giunti prosegue con un anatema : «Attenta a quello che mangi e bevi, può esserci il demonio». Qui, onestamente, ci si inoltra nella psichiatria. Sembra una scena dell’Esorciccio. Infine, per tornare seri, ecco, sempre scuola Milo Infante (che in questi giorni nefasti di nera tocca comunque anche il 10% di share) Nicole Di Giulio che si trova ad indagare sulla bambina abusata di Scandale; e a Scandale viene fermata, e ripresa in strada, e intimata ad andarsene dalla grida belluine non di un passante qualsiasi, ma del sindaco stesso del paese.
Ora, non è tanto spiazzante che ottime colleghe giovani, nell’esercizio della professione vengano trattate in modo così indicibilmente violento. Quello, in fondo, è un rischio del mestiere. Semmai mi chiedo, a parte le telefonate di solidarietà di qualche direttore, perché il potente ufficio legale della Rai non quereli. Perché, soprattutto non si registra nessuna reazione dall’a Carlo Fuortes, ma soprattutto dalla presidente Marinella Soldi Rai? La Soldi è sempre così attenta alla tutela delle quote rosa nei programmi in viale Mazzini; eppure ora risulta desaparecida (probabilmente distratta da l’ennesimo premio ricevuto da Variety come donna mondialmente influente); e proprio nel momento in cui si tratta di difendere con ogni mezzo le sue dipendenti...