Veleni

Loretta Goggi e Vespa, caos in Rai: cosa sta per accadere

Francesco Storace

È evidente che in Rai c’è un nervosismo da vigilia. La maggioranza parlamentare non sopporta più un clima ostile e vuole il cambiamento reale nel servizio pubblico. E come accade sempre in momenti del genere, arrivano le armi di distrazione di massa, in trincea ci sono sempre quelli dell’Usigrai (il sindacato rosso e unico dell’azienda). È accaduto che hanno messo nel mirino persino Bruno Vespa e Loretta Goggi, rei di osservare un linguaggio che non piace a quelli del politicamente corretto che vogliono sovvertire persino il vocabolario. E così la trasmissione Benedetta Primavera è entrata nell’albo dei nemici della sinistra. Infatti si è svegliata la commissione pari opportunità del sindacato non per denunciare dipendenti Rai discriminate, rappresaglie di genere o uomini favoriti al posto delle donne; no, il loro problema è stato lo scambio di opinioni tra Vespa e la Goggi.

 

 

 

 

VAI COL BOLDRINISMO

I due hanno osato parlare di ministri esattamente come è scritto nella Costituzione della Repubblica e nei decreti di nomina. Il boldrinese non dovrebbe essere ancora una regola codificata, eppure c’è chi protesta. L’Usigrai, appunto. La cui commissione delegata alle offese, scrive: «Spiace assistere, in prima serata, a semplificazioni non degne del servizio pubblico. Spiace vedere come due personalità che hanno segnato la storia della televisione di questo Paese siano proiettate più verso il passato che verso il presente, e trovino difficile accogliere nuove sensibilità e richieste. In pochi minuti», afferma la Commissione pari opportunità dell'Usigrai nella nota «Loretta Goggi e Bruno Vespa liquidano il “politicamente corretto” senza approfondirne le radici: le sensibilità di oggi sono evidentemente diverse da quelle di cinquant’anni fa, come quelle di cinquant’anni fa erano diverse da quelle dei decenni precedenti. Ogni epoca è portatrice di nuovi valori e riflessioni che portano a interrogarsi su abitudini e usi adottati fino a quel momento: non si tratta di cancellare il passato, ma di riflettere e cambiare, eventualmente, in considerazione delle nuove sensibilità emerse. Certamente è possibile non condividere alcune rivendicazioni di larghe parti della società, ma bollarle come “ridicole” è offensivo». «Segnaliamo inoltre che nella lingua italiana non esiste il genere neutro: il maschile sovraesteso resta comunque maschile, e indicare una donna come “ministra”», conclude la nota della commissione Pari Opportunità «vuol dire solo applicare le regole della grammatica. La lingua non è un codice immutabile: come ogni aspetto della società cambia e si evolve nel tempo». Un manicomio o una manicomia? Il ridicolo è la definizione più giusta. E lo fa notare anche Pluralismo e libertà, che dell’Usigrai è componente, ma non tollera comunicati del genere: «Profondo rammarico per gli strumentali attacchi del sindacato dei giornalisti a un maestro del giornalismo del Servizio Pubblico quale Bruno Vespa».

 

 

 

ILLIBERALI

E aggiunge nella propria nota: «La pattuglie della polizia morale del politicamente corretto del sindacato UsigRai, invece che sostenere trasmissioni e personaggi Rai di qualità, pur di schierarsi in un dibattito proprio dell’ideologia illiberale della sinistra “woke”, si scagliano contro l'indiscusso caposaldo dell’informazione Rai, Bruno Vespa, e la popolare artista Loretta Goggi. I problemi della Rai, di cui dovrebbe occuparsi il sindacato, sono la moltiplicazione delle produzioni esterne, la mancanza di capacità gestionale, lo spreco di risorse per progetti fallimentari e conflitto tra reti della stessa azienda, l’assenza di un piano produttivo in rapporto con le risorse pubblicitarie», aggiunge la nota. Serafica la reazione di Vespa: «Come ho detto dalla Goggi, quando al Quirinale il presidente del Consiglio nomina i membri del governo, anche per le donne usa la parola “ministro”. Sono pronto a rispettare un nuovo protocollo quando dovesse esserci». Beccateve questa...