Senza pudore
DiMartedì, Murgia choc: "Saviano perseguitato da camorra e Meloni"
Le morti in mare? Colpa di Giorgia Meloni e Matteo Salvini. È questo il ragionamento che Michela Murgia spiega a Giovanni Floris in occasione della puntata del 6 dicembre di DiMartedì. In studio a La7, la scrittrice torna a difendere Roberto Saviano, a processo per aver dato dei "bastardi" al leader di Fratelli d'Italia e a quello della Lega. "Se tu dici 'porti chiusi, non li vogliamo, non mandiamo i salvataggi'...", dice la Murgia nel giustificare quella che lei - incalzata da Floris - definisce "invettiva" del collega. Ma non finisce qui. Invece che chiamare le cose per quel che sono, ossia insulti, la scrittrice definisce il "bastardi" come un'invettiva, "lo strumento da sempre utilizzato dagli intellettuali chiamano i poteri a rispondere".
"Ma è un'espressione forte e come Salvini deve rispondere per aver bloccato in mare i migranti, anche Saviano deve rispondere per quel che ha detto. Soprattutto perché la Meloni all'epoca era all'opposizione", ricorda il conduttore mentre la Murgia non intende cambiare idea. "Adesso - prosegue - è iniziato il processo e lei è a capo di un governo. Come ti sentiresti se sei a processo con un capo di governo? Penseresti davvero di essere in una situazione paritaria?". E ancora: "La Meloni è una persona che ha il sistema alle spalle, un potenziale economico che tu non hai. Saviano è un cittadino come chiunque altro".
Ecco allora che il giornalista la mette all'angolo: "Ma il magistrato è imparziale". "Non metto in discussione il suo ruolo, ma Saviano è un intellettuale perseguitato dalla camorra da 16 anni. Due persone - e la Murgia arriva a spingersi fin qui - perseguitano in questo momento: una è la camorra e una la presidente del Consiglio". "No, sono due cose diverse. Questo è un parallelo che le verrà rinfacciato", è costretto a raddrizzare il tiro Floris.
Qui l'intervento della Murgia su Saviano e Meloni a DiMartedì