Bocciature
Marco Damilano? "Togliti quell'espressione": chi demolisce il giornalista
"Il problema principale di Marco Damilano è che dovrebbe togliersi quell'espressione da 'sincero democratico'; lo penalizza, ne fa un eroe da ceto medio riflessivo": inizia così la stroncatura di Aldo Grasso, che non ha espresso un'opinione positiva de Il cavallo e la torre, la nuova striscia d'informazione condotta da Damilano su Rai 3. "Il programma è ancora in rodaggio ed è facile prevedere che spariranno quelle piccole incertezze tra i servizi e il ritorno in studio, fra l’inevitabile impaccio dei primi giorni (la tv è ripetizione, routine, abitudine) e i servizi ancora molto costruiti", scrive ancora Grasso sul Corriere della Sera.
Secondo il giornalista del Corsera, inoltre, sarebbe sbagliata anche la collocazione del programma nel palinsesto: "Il cavallo e la torre è collocato fra 'Via Dei Matti n° 0' e 'Un posto al sole', trasmissioni che non rappresentano certo una linea editoriale omogenea". Grasso lo definisce addirittura come "un ago nel pagliaio, un programma che lo spettatore deve andare a cercarsi".
Le critiche però non finiscono qui, anzi. "Anche la scelta scenografica del 'cavallo' di Viale Mazzini come emblema del servizio pubblico non pare felicissima. In origine, la scultura di Francesco Messina doveva rappresentare un destriero nell’atto di ergersi da terra, in tutta la sua potenza, come simbolo di potere e di forza della Rai e della comunicazione in generale. Ma poi, ai primi segni del tempo, quella scultura è diventata per tutti il 'cavallo morente', con tutta la retorica aziendale che ne consegue", ha chiosato Grasso.
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