Ora parla lui
Zona Bianca, Giuseppe Brindisi: "Mi sono inc***", sfogo amaro
Giuseppe Brindisi si sfoga. Dopo le critiche ricevute per l'intervista al ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, adesso il conduttore, in un'intervista a Fanpage, regola i conti con chi lo aveva messo in discussione: "Le critiche per l’intervista a Lavrov mi avevano fatto male, ma oggi la rifarei in modo identico".
Poi parla dell'intervista a Silvio Berlusconi che dopo un'anno e mezzo ha scelto proprio il conduttore di Zona Bianca per il ritorno in tv: "L’intervista a Berlusconi l’ho vissuta con molta emozione, io seguivo Berlusconi da capo della redazione romana di Studio Aperto, l'avevo intervistato più volte. Però averlo in studio per 45 minuti in un faccia a faccia è tanta roba. Il suo è stato un regalo, sceglie di tornare in televisione per la campagna elettorale e lo fa nella Zona Bianca. Grande soddisfazione e l'onere di farla al meglio". Poi torna sul caso Lavrov: "All'epoca di Lavrov mi ero un po' incazzato per le contestazioni, poi ho capito che la reazione più logica è arriva a farla, poi ne parliamo. Le interviste a Lavrorv e Berlusconi hanno generato lanci di agenzie, sono state riprese ovunque e penso sia un dato. Penso che il mestiere del giornalista sia trovare le notizie e io, in entrambi i casi, credo di averne trovate anche troppe".
Infine spiega: "Quell'intervista puoi rifarla altre dieci volte, nove ti verrà peggio e una meglio. A Lavrov io non dovevo dire che fosse un infame, ma metterlo di fronte ai temi che erano sul tavolo in quel momento. E l'ho fatto, con il mio stile pacato, cercando di entrare in empatia – per quanto possibile – con il personaggio. Se mi fossi messo l'elmetto, Lavrov si sarebbe alzato e sarebbe andato via. Mi sarei preso l'applauso di qualche pasdaran, ma io ho bisogno di notizie, è la ragione dell'intervista. La guerra a Lavrov la farà Zelensky, la NATO o chicchessia, non io. Mi ritengo orgoglioso".