Il caso
Battaglione Azov e la mappa del bunker: "Propaganda russa", cos'è andato in onda nei talk italiani
Ci sono cascati in tanti. Veronica Gentili a Controcorrente, su Rete 4. Bruno Vespa a Porta a porta, su Rai 1. Buon ultimo, Corrado Formigli a Piazzapulita, su La7, che su Twitter ha poi chiesto scusa: "Ieri sera siamo caduti anche noi nell'errore di mandare in onda questa grafica riferendola alle acciaierie Azovstal. Non è così. Chiediamo scusa ai nostri telespettatori. Grazie a chi ce l'ha segnalato!".
Il riferimento è a una mappa (presunta) dei bunker sotterranei sotto l'acciaieria di Mariupol, ultimo rifugio della resistenza del Battaglione Azov ai soldati russi. "Che non voli una Mosca", ha ordinato Vladimir Putin al suo ministro della Difesa Shoigu, imponendo lo stop all'assalto militare russo ai "nazisti ucraini". I ceceni di Kadyrov vorrebbero entrare per "sgozzarli uno a uno" (parole testuali) ma per ora tutto è fermo. Il discorso, però, è un altro: quella mappa andata in onda nei talk italiani era diventata virale sui social nei giorni precedenti. Ma era un falso: si trattava, infatti, non delle acciaierie Azovstal ma come segnalato da vari debunker e sbufalatori di una illustrazione di un gioco da tavolo del 2015, Blackout, peraltro mai andato in produzione.
Piccolo particolare: una delle "fonti" che assicuravano come quella grafica si riferisse alla Azovstal, come sottolinea Ugo Mangini su Twitter, è Sergey Markov, ex consigliere di Putin in persona. E quella foto veniva utilizzata da molti utenti filo-russi per avvalorare la tesi della presenza di laboratori chimici nei sotterranei della Azovstal (foraggiati dagli Stati Uniti, ovviamente), che sarebbero serviti al Battaglione Azov per colpire non solo i russi, ma pure i civili ucraini con attacchi false flag per poter accusare di atrocità il nemico. Dal gioco da tavolo alla propaganda di guerra, il passo è brevissimo.