Dalla corsia
Quarta Repubblica, Alberto Zangrillo: "Diciamo la verità sui tamponi, chi finisce in ospedale"
Nei giorni in cui si discute sulla proroga dello stato di emergenza e sull'estensione dell'obbligo del Green pass, ecco che a fare chiarezza ci pensa Alberto Zangrillo. Il primario di rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano, ospite di Quarta Repubblica su Rete 4, si dice tranquillo: "L'aumento dei contagi da Covid non mi preoccupa per nulla. In ospedale nel 99 per cento dei casi arrivano persone non vaccinate che manifestano una forma di malattia che fortunatamente non ha le caratteristiche dell'anno scorso". Di più, perché il professore spiega a Nicola Porro che "nei tamponi eseguiti quotidiani rileviamo una percentuale di contagiati che non arrivano in ospedale. Noi medici, che facciamo un lavoro appassionante perché ci piace, dobbiamo dire la verità".
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Più difficile rispondere al quesito che assilla il mondo intero: come e da dove è nato il coronavirus? Neppure Zangrillo riesce a darsi una risposta, anche se non nega errori che hanno intralciato le indagini. "Un organismo istituzionale americano, il National Intelligence Council, è stato incaricato di andare a capire come, dove e quando è nato il covid. Ci sono ancora molti punti interrogativi - prosegue -. Un articolo online su Time Magazine dice che interrogarsi ora sull'argomento è come andare sulla scena di un crimine con 2 anni di ritardo. C'è una carenza di informazioni, non è propriamente consueto che i nostri amici cinesi dicano tutto ciò che accade".
Insomma, il professore non esclude a prescindere un incidente. Rimproveri anche ai suoi colleghi, che spesso e volentieri - a detta di Zangrillo - non utilizzano un'informazione equilibrata: "Arriverà l'influenza, qualche maestro virologo ha già tentato di spaventare gli italiani dicendo 'vedrete cosa succede, mi aspetto 6 milioni di contagi'. È una supposizione completamente falsa". Più schietto di così.