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L'Aria Che Tira, Di Maio su Salvini: "Ricordo quando davanti a un distributore del caffè..."
Il libro di Luigi Di Maio, "Un amore chiamato politica", non smette di far parlare. All'interno anche i passaggi sul suo primo governo Conte. Ospite a L'Aria Che Tira su La7 il grillino non nega una certa delusione nei confronti di Matteo Salvini, che ha messo la parola fine all'esperienza gialloverde. "Avevo riposto fiducia nell'alleato di governo, venivano sempre rassicurazioni poi ti arriva una telefonata una sera e ti dicono che devono far cadere il governo".
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Nel salotto di Myrta Merlino il ministro degli Esteri elenca le iniziative portate a termine dal Conte 1, per poi abbandonarsi a una stoccata: "Io avevo riposto fiducia, perché era un'alleanza insolita, quindi ti devi per forza fidare". Poi la telefonata serale: "Mi ha detto 'non posso, dobbiamo far cadere il governo'". La preoccupazione maggiore dell'ex leader del Movimento 5 Stelle era il taglio dei parlamentari ancora non concluso. Ma non è tutto.
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"Mi piace anche ricordare quando, davanti a un distributore di caffè decidemmo che né io né lui potevamo fare il premier, così incontrammo sia Conte che Sapelli". Quest'ultimo, secondo Di Maio, si è bruciato rilasciando un'intervista in cui ammetteva di essere stato scelto come candidato per la presidenza del Consiglio. Quello che sta accadendo con il toto-nomi per il Quirinale. Incalzato dalla conduttrice, il titolare della Viminale ammette che Carlo Calenda non ha fatto un piacere a Paolo Gentiloni proponendo il suo nome per il Colle. Un'altra battaglia su cui sarà chiamato l'attuale governo.