Un tassello decisivo

Caso Ciro Grillo a Non è l'Arena, Francesco Corsiglia: "Quel video lo abbiamo girato e mostrato in giro"

A Non è l'Arena spuntano nuovi dettagli sul caso di Ciro Grillo e i tre amici indagati per stupro di gruppo ai danni di una 19enne italo-norvegese. All'accusa iniziale si potrebbe però aggiungere quella di revenge porn. Quella strana notte nella villa in Costa Smeralda i quattro, tra cui il figlio di Beppe Grillo, avrebbero girato un filmato da mostrare in giro. Lo ammette Francesco Corsiglia, uno di loro, così come emerge nella ricostruzione offerta da Massimo Giletti a La7: "Abbiamo deciso di fare una copia del video - confida -, restringendo il campo in modo che non si vedesse Vittorio perché lui era fidanzato". Da qui l'ammissione che può costare cara ai giovani: "Così avremmo potuto farlo vedere agli amici. E in effetti è stato mostrato". 

 

 

Ma Corsiglia non è l'unico a parlare di un filmato girato sulla notte in cui Silvia (questo è il suo nome di fantasia) sarebbe stata stuprata a turno dai ragazzi dopo una serata conclusa al Billionaire.  Un'amica di infanzia del figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle, sempre ai microfoni di Giletti, aveva confessato che lei quel video l'ha visto.

 

 

Un'uscita seguita dalla replica della famiglia della 19enne che ha lamentato l'uso di quei fotogrammi "come se nostra figlia fosse un trofeo" e ha annunciato iniziative legali per chi lo ha fatto. Il revenge porn infatti punisce la diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite senza il consenso di chi vi è ritratto. Eppure alla già complicata situazione si va ad aggiungere la tempistica: la legge contro il revenge porn è in vigore dal 9 agosto del 2019, poco meno di un mese dopo la data della presunta violenza nella casa di Grillo in Sardegna. Per questo è fondamentale per gli inquirenti capire se la diffusione di foto o video sia avvenuta o meno per lungo tempo.