Accerchiato
Non è l'arena, colpo clamoroso di Massimo Giletti: l'ospite che può annientare Piercamillo Davigo, indiscrezioni-bomba
Un'intervista esclusiva a Sebastiano Ardita sarà trasmessa domani sera 16 maggio da Massimo Giletti a Non è l'arena, su La7. Il magistrato, consigliere del Consiglio superiore della magistratura, rivela Dagospia, racconterà in trasmissione la sua verità sulla vicenda che lo vede coinvolto, visto che il suo nome è contenuto nei verbali di Piero Amara sulla presunta Loggia Ungheria.
Il 7 maggio scorso, a PiazzaPulita, andò in onda un'intervista a Piercamillo Davigo. Ascoltate le sue dichiarazioni Ardita telefonò in diretta a Corrado Formigli per controbattere punto per punto alla tesi del suo acerrimo nemico: "Al netto della storia della loggia Ungheria, che è una bufala clamorosa, io sono basito dalle parole di Davigo: è un fatto di gravità inaudita dire che non è possibile seguire le vie formali. Un confronto con Davigo? Sono disponibile". Nei verbali di Amara, in cui è più volte citato, Ardita sottolinea come ci siano "solo errori e falsità".
Davigo, ex membro del Csm diede a Formigli la sua versione dei fatti sullo "scandalo Amara" e sui verbali secretati ricevuti dal pm milanese Paolo Storari. "Non si poteva seguire le vie formali", si difese Davigo. "Amara io non l'ho mai incontrato. Ma per quello che dice nei verbali meritava di essere aperta una indagine". Tuttavia, precisò ancora l'ex pm di Mani Pulite, "qualunque strada formale avrebbe comportato il disvelamento di tutta la vicenda". Ecco perché la vicenda sarebbe stata tenuta all'oscuro di tutti da maggio 2020 a oggi, nonostante qualche "confidenza" ufficiosa fatta da Davigo anche al vicepresidente del Csm David Ermini, che ha nega todi aver mai visto quei verbali, le cui copie sono finite poi nelle redazioni del Fatto quotidiano e di Repubblica per mano, è l'accusa dei pm, della segretaria di Davigo, la Contraffatto.
In ballo ci sono dichiarazioni di Amara pesantissime, a partire dalla famigerata "loggia Ungheria" che raggrupperebbe esponenti di primissimo piano di magistratura - fra i quali Ardita, appunto -, politica e Guardia di finanza. Quei verbali, sottolinea Davigo, sarebbero stati sufficienti per aprire una inchiesta a Milano e capire se fossero verità o diffamazione, ma una volta ricevute le copie da Storari (che si è rivolto a Davigo proprio perché insoddisfatto della scelta dei suoi superiori di tergiversare) non si poteva informare gli altri membri del Csm. "Solo falsità", commentò allora Ardita. Vedremo domani 16 maggio la sua versione dei fatti e la sua risposta a Davigo.