Nel mirino
Non è l'Arena, grosso guaio per Giletti: "Sofferenza per le giovani donne coinvolte". Genovese e stupri, chi si muove contro il programma
Un grosso guaio per Massimo Giletti e il suo Non è l'Arena, il programma che conduce su La7 la domenica sera. Un grosso guaio che deriva dalle puntate dedicate al caso di Alberto Genovese, l'imprenditore accusato di violenza sessuale, il caso dei party folli a Terrazza Sentimento, a Milano. Il punto è che secondo l'Agcom, il programma di Giletti ha fatto ricorso ad una spettacolarizzazione degli eventi che "ha amplificato le sofferenze delle stesse giovani donne coinvolte".
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Il Garante, così ha invitato La7 al rigoroso rispetto dei principi sanciti nel Testo unico e nei provvedimenti a tutela di una corretta modalità di rappresentazione dei procedimenti giudiziari e dell’immagine della donna. E ancora, l'Agcom ha ritenuto che "sotto il profilo della continenza, la trattazione del medesimo argomento in ben 12 puntate del programma, con spazi di durata compresa tra i 50 e gli 80 minuti, denuncia un’attenzione sproporzionata al fatto di attualità che, pur nel rispetto della libertà editoriale, sembra oltrepassare i limiti del legittimo esercizio del diritto di cronaca".
E ancora, nel richiamo dell'Authority si legge: "Una simile continuativa attenzione non sembra infatti essere stata riservata ad altri fatti di cronaca del pari attenzionati dall’opinione pubblica. La copertura mediale riservata al caso non appare coerente con i principi sopra richiamati come declinati nei provvedimenti dell’Autorità". Secondo l'Agcom è stato rilevato che la trattazione del caso "non sempre ha assicurato il doveroso equilibrio tra informazione e rispetto della riservatezza delle indagini e dei diritti alla dignità, all’onore e alla reputazione delle persone". E così, in tale prospettiva, viene rimarcata "la spettacolarizzazione della notizia in cui i toni, le parole, la scelta degli ospiti e la sequenza narrativa sono elementi qualificanti", conclude l'Agcom.