Zavoli difende
Non sembrano proprio volersi placare le polemiche scoppiate in seguito alla puntata di giovedì scorso di Annozero (trasmissione di Raidue condotta da Michele Santoro) incentrata sul terremoto che ha devastato l'Abruzzo. Dopo le aspre critiche di Gianfranco Fini (il presidente della Camera ha parlato di programma "indecente", inquanto specula "sulla tragedia solamente per l'indice di ascolto) e del premier Silvio Berlusconi (“Una tvpubblica non può comportarsi in questo modo” ), ilPresidente della Rai Paolo Garimberti e il Direttore Generale Mauro Masi hannoavviato "tutti gli approfondimenti previsti dalla normativa vigente e dairegolamenti aziendali". E oggi è intervenuto anche Sergio Zavoli, che la puntata incriminata mica l’ha vista. Nonostante ciò il presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai ha pensato bene d’entrare nel bel mezzo dell’infuocato dibattito su Annozero e il suo conduttore, Michele Santoro, affermando che nei programmi d’inchiesta è necessario "dar voce a istanze diverse". Vero, peccato che tutto ciò Santoro non lo fa da tempo e, forse, non lo ha mai fatto, visto le ripetute proteste della maggioranza e i reiterati richiami da parte della Vigilanza e dell’ Authority sulla privacy. Zavoli ha ricordato chei vertici Rai stanno acquisendo gli elementi per formarsi sulla vicendaun "parere equanime" sul quale la Vigilanza è pronta a esprimereeventualmente "un indirizzo non censorio, ma più vincolante che inpassato. Cruciale", ribadisce Zavoli, è "dar voce a istanze diverse,specie in un contesto che lasci spazio a critiche anche gravi,rivelatesi poi fondate, ma che abbia visto il Paese (a partire dallaprotezione civile, dai vigili del fuoco, dal volontariato eccetera)chinato su una tragedia in un sollecito, diffuso e responsabileatteggiamento di solidarietà". La radicale Emma Bonino si schiera dalla parte di Santoro: "Ionon sono una grande estimatrice di quel modo di fare informazione, manon ho capito cosa si contesta: è questione di tono?" ha detto, nella consueta intervista settimanale a Radio Radicale. "La libertà diespressione - ha aggiunto - ha un limite solo, quella della menzogna.Se si contesta che siano state dette falsità, c'è la magistratura; sesi contesta lo sciacallaggio sulle emozioni, mi sembra un temadecisamente vago. E poi il punto è un altro: i partiti, gli stessiautori che non hanno consentito il funzionamento della Commissione divigilanza, che l'hanno bloccato per mesi nonostante impegniinderogabili, che ancora non hanno predisposto le regole sulla parcondicio, niente tribune, niente accessi, niente controllo, e poi allafine scoppia un caso Santoro». «Lo ripeto: o in quella trasmissionesono state dette falsità o calunnie, oppure chiedo da che pulpito vienela predica. La Vigilanza ha degli obblighi che ha disatteso perinterventi partitocratici, partitici, chiamateli come volete. Oggi lastessa Vigilanza - ha concluso - trova come caso espiatorio Santoro,che magari, non lo so, se lo merita pure, ma non mi sembra questo iltema". E difende la trasmissione anche la presidente della Provincia dell'Aquila: "Iservizi di AnnoZero hanno evidenziato alcune falle che ci sono state", ammette Stefania Pezzopane, "main più occasioni sono emersi complimenti sia da parte di Santoro che daRuotolo che era in collegamento, nei confronti di questa massa enormedi volontari che è venuta qui ad aiutarci. Penso che bisogna aprire indagini su ben altre questioni. Le nostrerichieste sono state disattese e vorrei capire perchè. Non capiscoperché l'informazione non possa evidenziare problemi che stiamovivendo, ci sono ed è giusto che una trasmissione ne parli. Alcontrario ho notato uno scaricamento di responsabilitá sul comunedell'Aquila sia da parte del sottosegretario sia da parte del membrodella Commissione grandi rischi, presenti in studio. Questa letturaunilaterale non ci serve, ribadisco che lo sforzo è enorme, ma abbiamobisogno di solidarietà e non di usare il terremoto per un regolamentodi conti con il giornalismo". Abbraccia la posizione assunta da Fini e Berlusconi anche Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, che torna ad attaccare 'Annozero': "È una trasmissione che ha obiettivi politici chiarissimi.Essa è collegata a un gruppo politico-giudiziario che ha come terminalegiornalistico Travaglio e come punto di riferimento politico Di Pietro;in mezzo c'è una operosa componente giudiziaria che ha punti diriferimento in alcune procure, da quella di Palermo a quella diPotenza. L'obiettivo di questo network è quello di destabilizzare ilquadro politico. Certamente di questo nucleo il dottor Santoro è lapunta di diamante mediatica"."È la tv dell'odio. È la tv delveleno. È uno scempio continuo della verità, che tocca punte tali diaberrazione da essere notoriamente dannosa per la parte politica a cuiquesta tv è asservita" ha chiosato senza mezzi termini il capogruppodel Pdl al Senato Maurizio Gasparri. "Meraviglia che qualcuno si meravigli ancora delle prestazioni del trio Santoro-Travaglio-Vauro", aggiunge Gasparri. "Recentemente - sottolinea poi- è stato chiamato a pontificare un indagato per terrorismo. È uno scempio continuo della verità. Che tocca punte tali di aberrazione da essere notoriamente dannosa per la parte politica a cui questa tv è asservita. Santoro èmilitante delle cause sbagliate, nemico della verità e della libertà. Fatelo pure parlare. Lui e i suoi valletti genchisti o estremisti non possono che rafforzarci. Perchè sono la prova vivente che se vincesse la loro parte vivremmo in una Italia da incubo". Più equidistante il parere di Arturo Parisi: "Diciamo pure che iltono di Annozero è stato, come spesso, inutilmente gridato, enell’occasione talvolta sgradevole. Ripetiamo pure il nostro sinceroapprezzamento per la generosità e la efficienza dell’azionenell’emergenza dei Volontari, della Protezione Civile, e dello stessoPresidente del Consiglio. Resta tuttavia la pertinenza e il rilievodelle domande poste nel corso programma, domande che, attendonorisposta nell’interesse di tutti. Non confondiamo il tono dellerisposte con la pertinenza delle domande, e, comunque il diritto e ildovere della libertà di informazione".