Le confessioni di Sabrina Ferilli:

Silvia Tironi

Sabrina Ferilli si confessa, un’altra volta, dalle pagine del settimanale “A”, in occasione dell’uscita prevista per il 27 marzo della nuova pellicola, “I mostri oggi”, che la vede tra le protagoniste. "Veltroni mi ha sedotta e abbandonata" - Il suo essere di sinistra, l’amore con Flavio Cattaneo e i rapporti con Agostino Saccà: sono solo alcuni dei temi che l’attrice passa in rassegna nel corso dell’intervista. Interrogata sul passaggio di consegne nel Pd tra Walter Veltroni e Dario Franceschini, la Ferilli conferma di essere stata una grande fan del primo, “uomo di notevole ricchezza d’animo”, e di essere rimasta dispiaciuta “per il modo in cui se n’è andato, senza fornire spiegazioni”. E mette il dito nella piaga: secondo la bella Sabrina “è giusto che si sappia” che diavolo è successo dietro le quinte del Partito democratico, perché da Walter si è sentita “sedotta e abbandonata”. “Dario Franceschini – prosegue - mi sembra un altro giovane brillante e valido, spero riesca a ricompattare la sinistra, che è stata sempre e deve rimanere la coscienza sociale. Se la gente la butta via fa male a se stessa”. Un figlio? Magari faccio come Carla Bruni - E con Flavio, come va? “Benone”, assicura. D’altra parte il suo partner “è una persona ferma, solidale e forte, siamo anche molto simili in questo”. Talmente simili che non nega la voce che li dà prossimi al matrimonio. Bisognerà però attendere che Cattaneo ottenga il divorzio dal precedente matrimonio. Lei, che si sente sempre più di sinistra e quindi “sempre più incavolata”, ha messo in cantiere pure un figlio. Non tanto dall’unione, quanto da una adozione, sullo spunto offerto da Carla Bruni: “Mi ha colpito la recente dichiarazione di Carla Bruni sull'adozione: “Se non arriva un figlio-ha detto la moglie di Sarkozy- “sono pronta ad adottarne uno... Si possono avere profondi legami senza nessun vincolo di sangue”. Penso che con una vita articolata come quella di oggi, sarebbe meglio se ognuno di noi mantenesse questa forma di sano realismo”. "Sacca non era lucido e intransigente" - In chiusura torna a parlare dei rapporti con Agostino Saccà: “Con lui ho discusso non per questioni lavorative, ma per un suo modo eticamente scorretto di lavorare”, lascia detto la Ferilli, che fornisce pure una giustificazione. “A suo tempo – dichiara la Ferilli - Saccà ricopriva una carica pubblica importante e quindi ritenevo fosse richiesta ancora di più intransigenza, lucidità e obiettività. Che poi quello che ha fatto non sia un reato è un altro paio di maniche. E non ho nulla da aggiungere”.