Penelope candidata agli Oscar

Silvia Tironi

MADRID – Domenica notte, a Los Angeles, quando si assegneranno gliOscar, la Spagna potrebbe sussultare di orgoglio nazionale, spinta dauna formidabile operazione mediatica, di marketing, di ossessione, dimartellamento e, soprattutto, di fortuna. Tutto, ovviamente miscelato,in dosi ben diverse. L’epicentro di questa probabile scossa è PenélopeCruz, che oltre i Pirenei basta chiamarla Pé, e tutti capiscono di chisi parla. Come basta dire Mò, per la sorella Monica, anche lei attricee stilista di moda, ma in più ballerina e cantante, e poi c’è Edo, ilfratellino musicista. Una bella famiglia che è una multinazionale disvariati milioni di euro. Un’onda latina che tallona stretto glispagnoli con il cinema, la musica, la moda, la danza e la tv. Senzatregua. Tanto che il rigetto verso i Cruz onnipresenti è soltantotenuto a bada dall’aspettativa nazionale che borbotta: "vediamo se Périesce a portarsi via un Oscar". Sarebbe la prima, e forse l'unica,nella storia del cinema spagnolo. Pé è candidata come miglior attricenon protagonista per "Vicky, Cristina, Barcelona", la pellicola diWoody Allen con Javier Bardem, attuale "novio" della Cruz: potrebbeessere lui stesso a premiarla, considerato che l’anno prima ha vintocon la stessa candidatura, ma al maschile, per "Non è un paese pervecchi" dei fratelli Coen. Questo ha rinfiammato la popolarità di Pé,l’unica spagnola ad avercela fatta a Hollywood. Inoltre, in questigiorni, su YouTube è stato pubblicato il primo cortometraggio direttonel 1979 da Pedro Almodovar, La concejala antropófaga (La consiglieracannibale), sette minuti irriverenti, trasgressivi ed esilaranti conCarmen Machi, e soprattutto, con un cammeo, extratemporale di Penélope,la musa almodovariana di tanti suoi film di successo. Peccato che CanalSatélite Digital S.L. ha permesso la visione del corto soltanto per 48ore: c'era un problema di diritti. Roberto Pellegrino