Scomparso nel 2021

Paolo Calissano morto, il suo avvocato a processo: "Siamo stati traditi da un amico"

"Siamo stati traditi da un amico". Nella tristissima storia di Paolo Calissano, l'attore genovese morto a soli 54 anni a Roma il 29 dicembre 2021 stroncato da un mix di farmaci antidepressivi, si aggiunge un altro doloroso tassello.

Matteo Minna, avvocato e amministratore di sostegno di Calissano, è andato oggi a processo con l'accusa di aver circuito l'amico e di avergli sottratto oltre 500 mila euro, approfittando di un momento di fragilità dell'interprete di tante fiction di successo tra anni Novanta e Duemila come La dottoressa Giò e Vento di Ponente.

E' stato Roberto Calissano, il fratelli di Paolo, ad accorgersi del denaro mancante. L'ex amministratore di sostegno deve rispondere delle accuse di peculato, circonvenzione di incapace e falso. "Ho scoperto cosa significhi tradimento solo ora - aveva detto Roberto Calissano al Corriere della Sera, parte civile al processo -. Mi sono sentito un babbeo. Anni a fidarmi di questa persona, un amico, un coetaneo, uno con cui si faceva l’aperitivo".

Per 13 anni l'avvocato è stato accanto a Calissano, che ha visto la sua vita e la sua carriera stravolte da quanto accaduto il 25 settembre 2005, quando la sua allora compagna Ana Lucia Bandeira Bezerra fu ritrovata senza vita nell'appartamento dell'attore a Genova, uccisa da una overdose di cocaina. In seguito a quella tragedia, Calissano aveva patteggiato una condanna a 4 anni di carcere per omicidio colposo.

Secondo la Guardia di finanza, l'avvocato avrebbe prelevato ripetutamente dai conti correnti degli assistiti cifre che poi sarebbero confluite sul suo conto personale. "C’è una corrispondenza devastante fra molte delle operazioni patrimoniali avvenute e le congiunture più difficili della vita di mio fratello - continua Calissano -. La malattia di papà, quella terminale di nostra madre; questa persona si trovava lì nei momenti più bui, sempre con la sua aria familiare".