Dopo il malore

Sanremo 2025, Edoardo Bove sconvolge Ariston e Italia: "Sono vuoto, come mi sento oggi"

"Sto vivendo questa esperienza con alti e bassi, il calcio è la mia forma di espressione. Senza il calcio sento che mi manca qualcosa, esattamente come un cantante che resta senza voce o una persona che subisce una grande perdita". Edoardo Bove, giocatore della Fiorentina, racconta dal palco del Festival di Sanremo il suo dramma umano e sportivo dopo il malore che lo ha colpito il primo dicembre scorso durante la partita casalinga dei viola contro l'Inter. E lo fa senza nascondere nulla del suo dramma, prima umano che sportivo.

"In questo momento mi sento un po' incompleto, un po' vuoto come se mi mancasse qualcosa, so che ci vuole tempo, serve coraggio, mi sto facendo aiutare per iniziare un percorso di analisi su me stesso, che mi fa star male e mi fa soffrire ma so che mi servirà per il futuro". Ad appena 22 anni, il centrocampista romano non sa quale sia il suo futuro calcistico.

Gli è stato impianto un defibrillatore sottocutaneo e per la normativa medico-sportiva vigente in Italia non può giocare a pallone. "Voglio ringraziare tutta l'Italia per l'affetto che mi ha dato - ha detto Bove a Carlo Conti, grande tifoso viola - un affetto che è arrivato al di la' dei colori, delle bandiere e delle squadre. Un affetto che mi ha fatto capire realmente la gravità della situazione. Inizialmente non mi ero reso conto, mi ero svegliato in ospedale senza ricordare nulla e solo vedendo la reazioni degli amici, dei miei familiari e degli estranei, che mi chiedono sempre come sto, ho capito quanto sia stata vera la paura di perdermi. Mi ritengo davvero fortunato perché per come sono andate le cose, capitate nel posto giusto al momento giusto, in 13 minuti ero già in ospedale".

"Tanta gente - ha confidato ancora Bove - mi ha detto di aver perso i propri cari per episodi simili al mio perché non c'è stata una prontezza nel soccorso. Ecco, nel mio caso è stato importante l'intervento di primo soccorso. Tra la vita e la morte la linea è sottile e fa capire quanto noi dipendiamo da chi ci sta accanto. La vicinanza che mi avete dato mi ha aiutato ad affrontare questo episodio e non tutti hanno la fortuna di avere un supporto. A loro dedico un pensiero".