Cosa accadrà

Sanremo 2025, all'Ariston quest'anno spunta un canguro: un inedito assoluto

Massimo Arcangeli

Diciamolo subito, così non ci pensiamo più: i ventinove testi della 75ª edizione del Festival di Sanremo sono i più brutti dell’ultimo decennio, o forse peggio (mi è mancato il tempo – e soprattutto il fegato – di risalire a prima del 2015). Fatta eccezione per la canzone di Bresh (La tana del granchio), e per certi coraggiosi accostamenti del motivo di Lucio Corsi («medaglia d’oro di sputo», «le lune senza buche / sono fregature», Volevo essere un duro) e altrettanto ardimentosi paragoni di quello di Brunori Sas («io come sempre canguro fra il passato e il futuro / scrivo canzoni d’amore alla ricerca di un porto sicuro», «come un ragioniere in bilico fra il dare e l’avere / faccio partite doppie persino col mio cuore», L’albero delle noci), siamo davanti a uno sfacelo di lingua, di stile, di “retorica immaginativa” dai ben pochi precedenti.

ASSOLUTO DISIMPEGNO
E mai la più longeva kermesse canora del Belpaese, negli ultimi anni qua e là vivacizzata dai toni dell’impegno civile o dell’urgenza sociale, alzati da alcuni dei cantanti e cantautori in gara, è precipitata, come ora, nel più assoluto disimpegno di cuori, baci e amori, e gioie, e solitudini, e dolori, e baci, e sogni, e pianti (e piagnistei), fino a ripiombare addirittura - udite udite – fra le braccia (o le grinfie) delle mamme: «Non mi ricordo più com’è l’odore del caffè, / quelle canzoni che mamma ascoltava alla radio» (Rocco Hunt, Mille vote ancora); «me lo diceva mamma» (Volevo essere un duro); «nei tuoi occhi di mamma / adesso splende una piccola fiamma» (L’albero delle noci); «amo la mia mami» (Shablo feat. Guè, Joushua e Tormento, La mia parola); «sono una madre che si sgola, / una testa che gira ancora» (La tana del granchio); «sono il classico uomo italiano, amo solo mia madre Annarita» (Tony Effe, Damme ’na mano). Anche per quest’aspetto, a parte l’ironica canzone “politica” di Willie Peyote (Grazie ma no grazie), è il crollo dell’impero (o di ciò che ne resta). Ma quali sono le parole più rappresentate nei testi dei partecipanti alla rassegna - nuove proposte comprese - dall’edizione del 1951 a quella del 2025? Limitandoci ai soli sostantivi, e comprendendo nel computo anche i titoli, il calcolo è presto fatto grazie a un sito (www.leparoledisanremo.it), messo su da me e da un mio allievo (Luca Piroddi) e continuamente aggiornato, su cui sono stati caricati tutti i testi (nessuno escluso) delle settantacinque edizioni del festival.

 

In cima c’è “amore” (amore, 3467 occorrenze; amor, 431; amori, 158), e subito dopo “cuore” (cuore, 1462; cuor, 190; cuori, 74). Seguono, dalla terza alla ventesima posizione: “vita” (vita, 1487; vite, 29); “mondo” (mondo, 1150; mondi, 14); occhi (1053; a parte: occhio nero, 1; dai nell’occhio, 2; non chiudo un occhio, 2; ad occhio e croce, 1); “cielo” (cielo, 789; cieli, 38); “sole” (sole, 828; soli, 2; oltre al salentino di nata allu soli, 2); “mano” (mano, 359, comprese alcune espressioni; mani, 411); “male” (male, 792, compresi usi avverbiali ed espressioni e frasi idiomatiche varie; mali 2); “mare” (mare, 746; mari, 19); bene (740, compresi anche qui usi avverbiali e frasi ed espressioni idiomatiche varie); “sogno” (sogno, 261; sogni, 375); “uomo” (uomo, 449; uomini, 107), “donna” (donna, 325; donne, 146); “bacio” (bacio, 217, baci 204; e bacetto, 1); “stella” (stella, 185; stelle, 290); “luna” (luna, 389; lune, 14); “musica” (musica, 357; musiche, 3); “fiore” (fiore, 169; fior, 37; fiori, 138); “ragazzo” (ragazzo, 75; ragazza, 80; ragazzi, 94; ragazze, 31).

LE CURIOSITÀ
Una curiosità. Fra le parole mai comparse prima di questa edizione del festival dei fiori, oltre al “canguro” di Brunori Sas, ci sono i cuoricini dell’omonima canzone dei Coma_Cose (oltre a “kiss”), la “seratonina” e la “fluoxetina” di Fedez (Battito), lo “spaccino” di Lucio Corsi, la “star quality” di Marcella Bella (Pelle diamante), il “rendez-vous” dei The Kolors (Tu con chi fai l’amore), il “flow”, “l’hip hop”, lo “street song”, il “chatty chatty”, il “party and bullshit”, il “bad and boujee”, la “way that we live” di Shablo e compagni e ancora gli anglicismi (“glitch”, “bling bling”) e un paio di francesismi (“enfant”, “je t’aime”) del motivo di Clara (Febbre). Inedito, attestato in questa stessa canzone, anche il “blu Klein”.