Ve la ricordate?

Cloris Brosca, lo sfogo della "Zingara" di Rai 1: "Oggi non potrei esistere"

Daniele Priori

Improvvisamente, quasi a sorpresa, il 2025 della tv italiana si apre con una “zingara” in paradiso. Meglio, però, essere più corretti. Si tratta infatti di colei che per un lustro, alla fine del secolo scorso, ha letto le carte soltanto per gioco in un programma televisivo di RaiUno che si intitolava Luna Park. Quiz preserale alla guida del quale si avvicendavano un giorno a testa i migliori conduttori della Rai dell’epoca: da Fabrizio Frizzi a Pippo Baudo, da Bonolis a Magalli, da Mara Venier a Milly Carlucci e Rosanna Lambertucci. Mentre al tavolo dei tarocchi c’era sempre lei, una bellissima attrice di teatro, Cloris Brosca. Cloris è una elegante signora napoletana che viene dalla scuola di Eduardo De Filippo e ha condiviso il set con i più grandi attori. Su tutti Massimo Troisi. «Con lui abbiamo perso una mente e un cuore che in questo periodo di inasprimento delle persone sarebbe stato illuminante», ci dice. Il paradiso in cui Cloris è appena entrata, a trent’anni esatti dalla sua prima esperienza tv, è invece la seguitissima soap Il Paradiso delle Signore dove è stata presa per interpretare, pensate un po’, il ruolo della cartomante. E la vedremo anche nella nuova stagione di Mina Settembre.

Cloris, viene da dire che i tarocchi sono attaccati al suo destino televisivo. Si è spiegata perché?
«Inizialmente ho pensato anch’io un po’ al destino ma poi in maniera forse più prosaica ho immaginato che la produzione abbia pensato a una cartomante e, chissà, dev’essere venuta loro in mente la Zingara per cui hanno voluto chiamare me per interpretare questo personaggio che mi è piaciuto perché non è di fantasia ma è una donna elegante, borghese, anche un po’ sensitiva o se non sensitiva comunque capace di leggere molto bene le situazioni e le persone. Mi ha fatto piacere poter dare anche questa sfumatura in più al personaggio».

Molti attori temono di rimanere imprigionati eternamente dentro un ruolo. E lei Cloris?
«No, in realtà oggi più di prima sono grata alla Zingara. Se, infatti, trent’anni fa, venendo dal teatro, ero un po’ restia a prendere parte a uno spettacolo di intrattenimento, oggi ho interpretato questo nuovo ruolo senza nessuna remora perché mi ha portato solo fortuna...».

Anche se oggi fare un programma intitolato “La Zingara” potrebbe comportare dei problemi legati al politically correct. Ci ha pensato?
«Eh già. Anche se secondo me con questa storia delle parole corrette e scorrette si sta esagerando. Quello che conta sono i sentimenti, le intenzioni con le quali le parole si utilizzano. In definitiva sarebbe molto più utile badare alla sostanza delle cose, a come le persone si comportano anziché fissarsi su quelle che alla fine sono formalità...».

Ma la tv in generale a suo giudizio in questi trent’anni è migliorata o peggiorata?
«Guardi, io sono una che fin da piccola ho sempre amato le cose antiche, gli intonaci incrostati. E poi non avendo figli faccio più fatica a scoprire e adeguarmi alle cose nuove. Però, lo dico anche ai miei amici, dobbiamo andare oltre la malinconia di chi dice: quanto era più bello prima e fare un esercizio per guardare con curiosità anche le cose nuove, soprattutto non dando per scontato ciò che c’è di positivo. È un discorso che può valere per tutto, anche per la televisione».

Lei ha lavorato con tutti i più grandi conduttori della tv italiana ma ha dichiarato che Frizzi le è rimasto particolarmente nel cuore. Perché?
«Perché era un buontempone. Una persona molto umana e gioviale. Apprezzavo la sua maniera di essere non solo nei miei confronti ma con il pubblico e soprattutto anche a telecamere spente. Una gentilezza enorme anche con i concorrenti sui quali, quando dicevano strafalcioni, non faceva mai battute pungenti ma le sottolineava con una risata e qualche parola affettuosa».

Eppure a scoprirla davvero, almeno televisivamente parlando, fu Pippo Baudo.
«Sì, gli devo molto. Ha creduto subito in me. Pensi che una coreografa che aveva assistito ai provini mi ha raccontato che Pippo quando vide il mio comentò esclamando: questa è un’attrice! E una cosa del genere non può non farti piacere».

Ma con qualcuno di questi grandi colleghi nel corso degli anni ha mantenuto rapporti di amicizia?
«No e di questo me ne dispiaccio. Al di là del lavoro io non ho mai frequentato nessuno, probabilmente per la mia timidezza. Però se oggi potessi questa cosa la cambierei. Anche perché se ti capita in ambito lavorativo di stimare particolarmente qualche collega ma non glielo dici...quello che ne sa? Quindi se potessi oggi mi darei un pizzico sulla pancia e mi farei avanti per far nascere qualche amicizia in più».

Invece con le conduttrici donne da Venier a Milly Carlucci?
«La stessa cosa. Le vedevo e mi vedevano solo nei panni del personaggio. Però da spettatrice posso dire di ricordare grandi differenze tra loro due davanti alle telecamere. Della Carlucci ricorco con ammirazione la dedizione, la disciplina e il rispetto per il lavoro. Milly è una grande professionista, di quelle che parlano poco ma hanno ben chiare le idee su quello che vogliono fare. Di Mara invece ricordo la grande capacità anche di improvvisare. Lei riusciva a cambiare il copione in un istante, sapeva come gestire i fuori programma. Due donne con due approcci creativi molto diversi. La conduttrice con la quale ho parlato di più è stata Rosanna Lambertucci che ogni tanto mi dava anche consigli».

I reality a suo giudizio hanno portato gli show televisivi a somigliare di più o di meno alla realtà?
«I reality non li guardo mai ma mi è bastato vederne dei pezzettini per capire che i reality fanno la cattiva copia della realtà. D’altra parte, però, anche nella vita normale di ognuno di noi si tende a recitare un ruolo. Come diceva Pirandello: si indossa un abitino migliore o peggiore ed è difficile rinunciare alla possibilità di esibirsi o avere un attimo di celebrità...Si figuri quando ci sono le telecamere».

Cita Pirandello ma lei da giovanissima ha recitato con Eduardo. Come ha fatto?
«Andai a trovarlo a casa sua dopo che gli avevo scritto una lettera, lui mi ricevette e si mise a parlare con questa giovane ragazza d’accademia. Poi evidentemente si ricordò di me e mi fece fare la parte di sua figlia ne Il Sindaco del Rione Sanità. Un’opera più difficile rispetto a testi che possono essere più univoci come Filumena Marturano o Natale in casa Cupiello».

A proposito le riduzioni televisive del teatro di Eduardo appena andate in onda l’hanno convinta o le sono sembrate un tradimento?
«Io credo che a Eduardo piacesse essere tradito perché significava che le sue opere venivano indossate. La differenza la fa il risultato. Sono rimasta ipnotizzata da Questi fantasmi di Gassmann. Era diversa da quella di Eduardo ma l’ho trovata molto attraente».

Sogni per questo 2025?
«Spero che ritorni il mio personaggio nel Paradiso delle Signore e spero di trovare spazio anche in altre fiction».

Nel frattempo la gente continua a chiederle i numeri del lotto. È vero?
«Sì sì. E mi succede anche a Roma, non solo a Napoli! (ride, ndr) Ma lo sanno che non sono una cartomante. Alle persone, però, piace giocare e allora giochiamo, perché no?».