Angelina Jolie, bomba anti-woke: L'uomo ideale? "Maschio"
Il suo rapporto con l’altro sesso è difficile, dice. Non ha mai conosciuto un uomo veramente maschio né un maschio veramente uomo. Ma soprattutto, è «sola da parecchio tempo». Ed ecco. A parlare così non è una gattara a caso. E neppure una zitellona di paese. A lamentarsi del maschio estinto, oggi, è Angelina Jolie. Non una bisbetica, ma la donna più bella al mondo. Con la bocca più bella al mondo. L’ex moglie del biondrastro Brad Pitt che – interpellata dal Corriere della Sera per raccontare la sua Callas nel film Maria di Pablo Larraín – vira in direzione uomini. Questa volta parliamo di uomini. Le si chiede se abbia mai conosciuto, Angelina, un uomo come Aristotele Onassis. Uno magnetico, «che può avere tutto quello che desidera», ma che è pure «una gabbia dorata».
Sicché, al luogo comune (e conforto di noi poverelle) per cui un maschio ricco è un carceriere, Angelina Jolie insorge. O meglio, sgancia una bomba nucleare. E il sottotetto dell’intervista è tutto un: magari fosse Onassis! «Posso dire che mi piacciono gli uomini che hanno quel livello di mascolinità», risponde. E poi aggiunge: «A Maria piaceva quella dolcezza, lui non era una gabbia. E sono sicura che le piacesse il sesso, che le piacesse essere una donna». La più bella del mondo, la «ragazza interrotta» di fine anni Novanta, si dichiara così donna arresa. Il maschio è finito, ammette, con la fine del Millennio. E se è finito per lei, figurarsi per le altre. Jolie l’insospettabile, l'hollywoodiana, la mamma divorziata di figli transgender, accenda la miccia anti-woke. E ricorda che prima della guerra dei sessi e della denatalità (discrete piaghe del nostro tempo) venne il tramonto del maschio.
Del cromosoma XY che non ce la fa. Che solo desiderarlo fa scapigliato. Che rimpiangerlo è un po’ di destra. Invocarlo è anticonformista. Il tramonto del cromosoma che un recente numero di Repubblica Salute, tra le altre cose, riassumeva nel titolo “L’insostenibile fragilità del maschio”. Dando prova scientifica dell’uomo perduto, tra qualità del liquido seminale in calo, negli ultimi quarant’anni, e aumento della sterilità maschile. Il punto sollevato da Angelina Jolie è quindi lo stesso che prima di morire, a quasi cent’anni, sollevava Franca Valeri commentando il Me Too. «Il maschio ha subìto mille affronti – diceva – che quasi non esiste più«. E in effetti quasi non esiste se all’apparente diceria per cui i maschi sono in crisi, non ci provano, si sentono deboli, sedotti e imbambolati, segue – per il censimento – la categoria degli sneet. Né single né fidanzati né in caccia né in flirt.
Un’americanata che a quanto pare Jolie ben conosce e che Amy Winehouse cantava già vent’anni fa nel suo album d’esordio: «You should be stronger than me / ... / Feel like a lady and you my lady boy». Io sono una signora e tu, ragazzo, tu sei una signorina. Condizione che ci accomuna evidentemente un po’ tutte. Dalle dive di Hollywood alle cantanti maledette. Dalle gattare d’America alle zitellone di paese. Estremi opposti di donne che oggi si ritrovano unite e galvanizzate nella dichiarazione di Angelina. Bomba sexy e adesso persino bomba nucleare. Appena sganciata sul conformismo asessuale.