Ex sigillo d'amore

Ferragni-Fedez, villa sul lago di Como in vendita ma nessuno la vuole: ecco perché

Giordano Tedoldi

A circa un anno di distanza dal famigerato Pandoro-gate, le difficoltà di Chiara Ferragni (che, occorre dire, sta mostrando nelle avversità un certo temperamento) continuano. Si dirà che non riuscire a vendere una lussuosa villa sul lago di Como, in località Pognana Lario, acquistata (insieme con Fedez, cui sembra spetti la proprietà legale dell’immobile) poco prima del succitato scandalo e debitamente sbandierata, con la consueta sgradevole ostentazione, sul suo account Instagram, non è precisamente una disavventura.

Del resto la villa, con la sua piscina riscaldata e il porticciolo privato d’ordinanza, e che misura 400 mq di interni più 1000 mq di esterni, pagata circa cinque milioni di euro, oggi, dopo le importanti ristrutturazioni realizzate dalla coppia ormai dissolta, sarebbe in vendita a cifre molto superiori, che, secondo le diverse fonti, vanno dai dieci ai sedici milioni di euro.

 

 

 

SCOGLI POSSIBILI
I giornalisti e gli esperti di gossip più accreditati avanzano le loro teorie per il fatto che l’immobile non stia trovando acquirenti, non sappiamo quanto attendibili: chi si sofferma sui trecento temibilissimi scalini da fare per arrivare a “Villa Matilda”, come si chiama la magione. Chi biasima la ristrutturazione, sottintendendo il cattivo gusto degli ex Ferragnez. Chi cita la tragica necessità – qualora si vogliano evitare i trecento scalini - di arrivarci in barca, magari scortati da quella del Duca Conte Piermatteo Barambani di fantozziana memoria. E si potrebbero aggiungere altre ipotesi, non meno arbitrarie: che, approfittando della difficoltà di Ferragni e Fedez, evidentemente piuttosto pressati a vendere, si ritenga precipitoso acconsentire a una richiesta talmente elevata, essendo piuttosto probabile che, col passare del tempo (e, dal punto di vista degli speculatori, intervenendo magari altri problemi a fiaccare ulteriormente i venditori) la cifra sarebbe suscettibile di forti ribassi.

Oppure – o congiuntamente a questa – l’ipotesi della “maledizione”, non da intendersi necessariamente in senso letterale, ma come quel cieco, inarrestabile influsso negativo che investe le celebrità che, dopo una vertiginosa e velocissima ascesa, dalla cima del successo altrettanto rapidamente piombano giù. Il fatto è che la vicenda Ferragni è un’altra manifestazione di un antico meccanismo: il rovesciamento del tocco di Mida. È stato detto: tutto quello che toccava, Chiara Ferragni lo trasformava in oro. Sembrava capace di moltiplicare il valore di qualsiasi cosa, e forse il suo errore principale è stato proprio questo: avere usato il suo tocco di Mida per l’appunto su qualsiasi cosa, indiscriminatamente. Senza tenere conto che, se non per ragioni morali (ragioni imperscrutabili al nostro tempo) almeno per opportunità, sarebbe stato saggio isolare, tra tutta la paccottiglia che legittimamente può essere venduta ai propri followers, alcune cose, o alcuni affetti e aspetti della propria esistenza, non convertibili in denaro, e dunque non griffabili, non pubblicizzabili.

Adesso, per contrappasso, una villona sul lago di Como da ricchi sfondati, anche un po’ inquietante per via delle videocamere piazzate qua e là che dovevano servire per immortalare il mito familiare della power couple, insomma questo gioiello della corona che Ferragni disvelava ai suoi attoniti seguaci dal suo profilo Instagram, ecco, proprio questo tesoro sembra non attirare nessun cacciatore.

 

 

 

IN SVENDITA
Situazione quantomai deprimente, quella di chi sente di avere irresponsabilmente svenduto parti importanti della propria vita privata, e non riesce più a vendere nemmeno una casa nella quale, forse, non si sarebbe mai trovato intimamente a proprio agio. Alla fine, come tutto ciò che è scambiabile, anche “Villa Matilda” si venderà, magari non proprio al prezzo preteso dagli attuali proprietari. Semplicemente, prima, era Chiara Ferragni a decidere la partita, era lei, l’influencer, a fare l’affare. Adesso, l’affare lo vogliono fare gli altri, e quando ci saranno le condizioni per farlo, perfino i formidabili trecento scalini diventeranno una corroborante attività sportiva.